ONQ, Canzoni Tutte Uguali
Luca Galuppini è uno dei segreti meglio nascosti dell’underground di casa nostra, come talento e intendo pure fisicamente, data la sua natura schiva, quasi di chi è “troppo” per mescolarsi alla folla.
Mi piace romanticamente immaginare così il musicista ligure, intento a scrivere le sue canzoni ironiche e tristi che in pochi hanno ascoltato finora. E però, se c’è un merito del web è quello di essere un mezzo utile per far tornare a galla le musiche più improbabili, comprese le sue, che dopo anni di oblio tornano timidamente a farsi sentire, ma era da tempo che si poteva scaricare una parte cospicua della discografia di Luca tramite il sito della Under My Bed. Dopo una serie di discussioni tra appassionati e suoi fan irriducibili si è riusciti a convincere uno dei confidenti più assidui di Galuppini, nella persona di Stefano/My Dear Killer, a rimettere in circolazione almeno un po’ di copie di questo Canzoni Tutte Uguali, che non faccio fatica a definire come uno degli album più empatici e incredibili degli ultimi vent’anni di indie-rock, quello off per eccellenza. La spiegazione sta tutta in quella sua speciale immediatezza, nella scrittura (per la prima volta in italiano, dopo l’inglese degli album precedenti) che rasenta la perfezione nei testi malinconici, in sostanza in quell’aura “perdente” racchiusa in un album coi fiocchi. La cosa bella è che i brani si rifanno a canovacci in fondo piuttosto riconoscibili: l’emo-pop killer di “Lola”, la livida nenia a più voci di “Malora”, la tetra “Cratere Al Posto di Spezia”, ma l’ascolto risulta appagante e morbido come un plaid usato in una stanza ghiacciata, l’uso delle voci femminili (di Patrizia Dell’Argine, Giovanna Garlati e Agnese Roda) addolcisce il generale umore nero pece dei brani. Saranno pure canzoni tutte uguali, ma avercene altre cosi. Un gioiello.