ONE MAN BLUEZ, Dirty Blues Lover [+ full album stream]
Ogni storia legata al blues che si rispetti deve, sin dalla notte dei tempi, avere un che di misterioso, parlare di lontananza e viaggi, partire dal basso e nel migliore dei casi portare al riscatto del protagonista. Non guastano ovviamente gli amori e la passione, fosse anche solo quella per la propria chitarra si chiami Lucille o meno. Seguiamo anche noi, quindi, questo canovaccio e cominciamo con un viaggio negli States per apprendere le basi del blues, quello del romano Davide Lipari, che decide di andare alle radici di questo linguaggio, guidato dall’amore per esso. Qui impara che tutto si basa sulla passione e sul mettere il cuore in quel che si fa. C’è poi la questione del partire dal basso, ecco quindi Lipari che suona nelle strade di Roma e monetina dopo monetina finisce per calcare palchi importanti, ottenere riconoscimenti internazionali e pubblicare ben sei dischi. Il tutto, oltre all’attore principale vede la presenza recente di due sodali di cui si sa poco, soprattutto del bassista che risponde al misterioso nome di Low Chef, entrambi presenti anche su questo nuovo album che vi offriamo in anteprima. Tutto bello sulla carta, ma come suona poi questo Dirty Blues Lover in soldoni? Cosa c’è dietro questa bella storia che, altrimenti, rischia di diventare come le facciate delle case nei film, meri simulacri bidimensionali sorretti da assi di legno? Per nostra fortuna c’è una bella lezione di blues suonato con il cuore e solida conoscenza della sua storia, dagli anni Venti alle variabili più moderne. C’è il suono ruvido e caloroso, sporco al punto giusto e ricco di umori differenti, c’è il passato (la tradizione) e l’oggi come nella coinvolgente “Hurt Me”, brano che sposta decisamente le lancette in avanti e spinge ad andare in pista. Del resto, appare evidente come il meglio di sé questa musica lo dia una volta portata sul palco e lasciata vagare libera fuori da uno studio di registrazione, ma questo non toglie fascino e forza ad un lavoro che si dimostra ricco di sfaccettature e per nulla prevedibile, quanto mai distante dal manierismo che troppo spesso snatura l’essenza di una musica di pancia come il blues.
A questo punto, non resta che augurarvi buon ascolto, al resto penserà One Man Bluez.
Qui il pre-order del disco.