OMNIVORE, Omnivore
Sembra che l’Italia sia uno dei paesi dove il revival thrash ha mietuto più vittime in assoluto. Magari, abitandoci, ne ho una percezione particolare, ma a me sembra che attualmente il pozzo del thrash metal italico sia senza fondo. Gli Omnivore si distaccano un po’ dalla massa, devo dire, probabilmente non è un caso che abbiano attirato l’attenzione dell’americana Unspeakable Axe (sottoetichetta di Dark Descent) come, tra l’altro, gli altrettanto italiani Presumed Dead. Gli Omnivore possono essere ascritti al culto, ma – per una volta – hanno dei modelli che esulano dalla Bay Area di San Francisco. Si tratta di una declinazione molto violenta del genere, che a volte sconfina nel death metal. Se chi sta leggendo sa figurarsi la differenza fra thrash/death e death/thrash siamo a cavallo, e benvenuti nel mondo delle sottigliezze da fanatici. Gli Omnivore non sono estremi come Massacra, Agressor o Demolition Hammer, ma lo sono comunque leggermente di più dei Sepultura di Beneath The Remains o dei Kreator di Extreme Aggression, che comunque mi sembrano i riferimenti migliori per farvi capire il suono degli Omnivore, anche a livello tecnico. La cover di “Arise” dei Sepultura, non per nulla, è lì a dirci parecchio sulle influenze in campo. La voce è sufficientemente brutale, egregiamente scolastica ma un po’ anonima, senza alcun timbro particolare e senza quella personalità che avrebbe, secondo me, alzato ancor di più l’asticella. Resta comunque un disco che ho ascoltato (e anche riascoltato, cosa non da poco) con estremo piacere e che ha elevato ancor di più la mia opinione rispetto alla sede live, dove già non mi erano affatto dispiaciuti. Voto: italiani o no, vieni qui e fatti un regalo (op. cit.).
Tracklist
01. Intro
02. Dead
03. Trust
04. I Hope The War Comes
05. Hyopchrist
06. Nothing More Than Dust
07. Omnivore
08. Arise