Ombre Lunghe #2, 31/1/2015

Lunar Lodge

Bologna, AtelierSI.

Il secondo appuntamento notturno di Ombre Lunghe si lascia alle spalle un po’ della varietà del menu inaugurale, puntando su una proposta più sintetica e inclusiva.
Le sperimentazioni sonore con alla base ricerche su spazio, territorio e memoria culturale non sono una novità in questa sede, ma se vi raccontiamo di Mai Mai Mai e Zone Démersale nel medesimo contesto è facile intuire che non si tratta di tematiche assemblate in funzione di un concept affascinante e facile da assorbire, ma di studi che proseguono da parecchio tempo.

Mai-Mai-Mai

Vi abbiamo parlato dei viaggi di Mai Mai Mai più volte, e anche questa occasione la musica riesce a scomporre spazio e tempo, ritmi frenetici contemporanei si rincorrono con cantilene e nenie vecchie come il mondo, field recordings che evocano coste bagnate dal sole dialogano con intermezzi drone gravi e cassette nel mangianastri. Inutile dire che l’approccio analogico è sempre più ricco in tempi in cui chiunque può scaricare un software sul proprio laptop e iniziare a smanettare con basi e campionamenti, ma nel caso di Mai Mai Mai il suono è in continuo movimento, mutante tra contrazioni improvvise e pause distese, e non basta avere di fronte a sé mixer e gingilli che sputano fuori rumori per poter districare la matassa.

Zone Démersale

Zone Démersale è una creatura nuova e piuttosto oscura creata da Pietro Riparbelli e Michele Ferretti, che dopo un anno di attività conta dei live in contesti interessanti (La Nuit Occulte alla Biennale di Fotografia di Liège) e l’ep Motore Primo per la Boring Machines. L’esperienza musicale e teorico-filosofica di Riparbelli, composta da svariati progetti di field recording e soundscaping dove la ricerca musicale e quella spazio-temporale si fondono un un’unica sostanza, e il lavoro di Ferretti come producer (Nubilum) hanno dato forma a un live quasi sorprendente nei suoi ritmi forsennati e duri, rispetto a dischi dove l’ambient è fluido e sinistro. Le atmosfere inquiete che permeano le pareti delle “Cathedrals” di Riparbelli sono le stesse che vagano come presenze sonore durante il live, dentro una techno cupa e asfissiante.

Lunar Lodge

Luciano Lamanna (tra le tante cose, la post-wave dei Der Noir, la realtà romana LSWHR e la migliore raccolta Truce-rap italiana di sempre) suona qui in veste di Lunar Lodge un set violento che cede alla techno industrial alla stregua di una macchina da guerra, martellante e diabolica.

Ombre Lunghe si conferma una marcia coraggiosa su di un terreno assai difficile, dove in anni tanti progetti e format sono sfumati nel nulla, anche (e soprattutto) a causa della risposta di un pubblico che parte entusiasta ma il cui interesse va scemando per svariati motivi, questioni che raramente riguardano logistica, impianto o economia. Non possiamo che augurarci che al terzo e ultimo appuntamento Bologna dorma di meno.

Mai Mai Mai

Zone Démersale

Ombre-Lunghe

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