OLIVIA BLOCK, Innocent Passage In The Territorial Sea
Avevo già parlato di Olivia Block, ma mi sono reso conto di non essere mai più tornato sul suo disco. Troppo concettuale, troppo forzato. Ora che è uscito Innocent Passage In The Territorial Sea ho deciso di darle una seconda possibilità, anche perché ho visto muoversi per lei molte firme estere di prestigio.
Quest’album è un prodotto del lockdown, durante il quale Block si è beccata su Skype con gli Electric Wizard e ha provato a prendere funghi allucinogeni per vedere che succedeva alla sua musica (solo una di queste due affermazioni non è vera). Poi ha giocato con un mellotron (un mellotron rotto trovato agli Electrical Audio Studios di Steve Albini, ci precisano, del resto lei, texana, vive da tempo a Chicago), con le ripetizioni del minimalismo e/o con l’impatto fisico di un bordone o di una pulsazione di basso, ottenendo un lavoro abbastanza valido. Molto bello e commovente il movimento ascensionale (il titolo ci preavvisa) di “Laika”, ipnotici e retrò quanto basta “En Echelon” e “Rivers In Reverse”, quest’ultima alla fine del disco e in effetti davvero psichedelica e allucinata. Per il resto, nessun riempitivo. Provate a dare un paio di ascolti.