ØKAPI & ALDO KAPI’S ORCHESTRA, Pardonne-moi, Olivier! 16 oiseaux pour Olivier Messiaen
Tra il 1956 ed il 1958 il compositore, pianista, organista e ornitologo Olivier Messiaen, seguendo le sue passioni, trascrisse in musica i canti degli uccelli, finché non prese forma l’opera Catalogue d’Oiseaux.
“Procuro le canzoni degli uccelli a chi vive nelle città e non le ha mai sentite, faccio ritmi per chi conosce solo le marce militari e il jazz e dipingo colori per quelli che non vedono”. Questa era l’attitudine di questo francese extraordinaire, ed è a lui, al Catalogue e alla sua attitudine libera e felicemente folle che Økapi rende omaggio col suo nuovo lavoro, intitolato proprio Pardonne-moi, Olivier! 16 Oiseaux Pour Olivier Messiaen. Un disco bellissimo, lieve e profondo ipso tempore, come al solito con quest’artista felicemente in bilico tra lounge marziana, plunderphonics, disco-music dissociata, afflato classico e un grande, grande senso dell’orchestrazione unito a un gusto melodico spiccato e però sempre spiazzante. Un perfetto collage tra soundtrack modernista, musica concreta, elettronica evoluta e folk naturalista, dove alla direzione di Økapi si affiancano personaggi del calibro di Geoff Leigh, già con Henry Cow e Univers Zero, e Mike Cooper, caro a chi segue le vicende della vecchia e della nuova psichedelia in tutte le sue molteplici ramificazioni.
Un disco didattico nel miglior senso della parola, perché ci ha incuriosito e dunque fatto ascoltare per la prima volta i singoli versi degli uccelli a cui sono dedicati i pezzi (sedici più un canto à la Mozart) e perché ci porta con leggerezza in mondi alieni ma ospitalissimi, da attraversare con un ebete sorriso sulle labbra e uno svagato senso di meraviglia. È una leggerezza narrativa, calviniana, quella che abita i brani di Pardonne-moi, Olivier!, astratti ma non cervellotici, sempre originali (mai però macchinosi), sensuali e filosofici: ossimori e paradossi sonori che vivono di un equilibrio sottile e favoloso, nel senso letterale della parola, cioè che ha a che fare con le favole. Inizia il disco, e già dalla prima traccia, “Setophaga Virens”, ci si schiude davanti un vero e proprio vaso di Pandora. Nell’immaginaria e plunderphonica Aldo Kapi’s Orchestra trovano posto le musiche più disparate ed esotiche, da Olivier Messiaen ad Aoki Takamasa e Tujiko Noriko, da Paul Dolden a Ryoji Ikeda, da Atom TM allo Spontaneous Music Ensemble e moltissimi altri che, prima di aver letto i credits, nemmeno avevamo mai sentito nominare. Perché l’arte ri-combinatoria di Økapi è prima di tutto lavoro certosino di un grande appassionato e conoscitore di musiche altre, a cui non ci si può che accostare con ammirazione e anche un pizzico di riverenza, per il tesoro che ogni volta apre dinanzi alle nostre orecchie. Come aveva fatto, oramai quasi venti anni fa, il grande produttore Hal Willner con quel capolavoro intitolato Whoops, I’m An Indian, di cui questo disco è degnissima e ideale prosecuzione.
Difficile citare un pezzo piuttosto che un altro, ogni singolo frammento lascia in testa lo stesso senso di imprendibilità e di meraviglia che trasmettono le creature alle quali si ispira. Splendida la chiusa con “Chant Dans Le Style De Mozart”, dove al canto degli uccelli si sovrappongono proprio un clarinetto mozartiano e una base downtempo ironica e lieve. Centro pieno e applausi a scena aperta.
Tracklist
Amour humain
01 – A-Melospiza melodia
02 – B-Sturnus vulgaris
03 – C-Rallus limicola
04 – D-Setophaga virens
05 – E-Numenius americanus
Amour divin
06 – A-Pluvialis dominica
07 – B-Picoides pubescens
08 – C-Megascops kennicottili
09 – D-Pipilo erythrophthalmus
10 – E-Lagopus lagopus
Amour de la nature
11 – A-Lagopus muta
12 – B-Hylocichla mustelina
13 – C-Gavia stellata
14 – D-Catharus minimus
15 – E-Buteo platypterus
16 – F-Contopus cooperi
17 – Chant Dans Le Style De Mozart