Ogni mese un pezzo di Tim Holehouse: a settembre tocca alle foglie autunnali
Ci risiamo… smaltita la sbornia estiva, i venti ed i freddi mari dello stretto.
Chitarre e violini folk, foglie in partenza per calarsi in un autunno inevitabile. Tim Holehouse sembra riallacciarsi alla grande tradizione folk inglese, alla bruma mattutina e alle pinte dei pub. Sorprendente, visto come si stava costruendo questo disco, di una bellezza e di un candore che non ci saremmo aspettati. La voce come velluto, a scivolare su un rapporto di coppia imprescindibile per entrambi i partner, soprattutto quando le forze esterne spingono, forgiano, uniscono nelle difficoltà e cementano insieme l’amore. Del resto la musica folk ha sempre cantato l’amore, il rock pure, l’aprirsi al romanticismo e all’onestà è una mossa coerente e sincera, soprattutto a settembre, quando si riparte di slancio, coerenti con le proprie convinzioni. Year volge al termine, iniziano a delinearsi i contorni e siamo certi che al riascolto corale questo sarà uno dei brani per il quale ci si stringerà più forte insieme. Un cenno, un gesto appena. Un brindisi accennato a gli altri, un fuoco dentro ed un abbraccio forte.
Autumn Leaves as the night draw in
The trees are bare
And I close my eyes
I need you,
Like you need me
Pull up a seat,
By the fire side
Inside I wanna hide
Cause the elements are harsh outside
Autumn leaves,
As the nights draw in!