Ø [PHASE], Alone In Time?
Torniamo sulla Token Records con il secondo album di Ashley Burchett, producer inglese attivo dalla fine degli anni Novanta, ma che forse ha preferito concedersi poco alla volta.
Il rapporto spazio-tempo nell’universo è stato declinato in musica (ma come in tutto il resto) più volte, privilegiando ragionamenti e notizie relativi alla quantità fisica della materia spaziale piuttosto che alla sua età: la dimensione temporale è sempre in qualche modo lasciata in disparte per porsi domande più tangibili: quanti pianeti, quanti satelliti, quante forme di vita. Ma quanti siamo nel tempo, e quanto possiamo spingerci verso i suoi confini? Questo disco declina varie risposte, alcune più paranoiche nei ritmi (“Spacialize”, “Nep-tune”), in un senso costante di allerta schizofrenica, altre più sinistre dove distese liquide fanno spazio a pattern incalzanti e bassi che scandiscono secchi l’aria (“Orbitron”, “Alone In Time”). Anche tracce più distese come “The Maze” mantengono un’inquietudine di fondo, la solitudine viene dipinta in sfaccettature che vanno dalla cieca speranza alla rassegnazione. “Remote” e “Mo_del” glissano le emozioni sull’apatia, con un forte gusto Detroit frammentario e alienante, mentre “R-Mash” torna in tensione, con una drum turbolenta che viaggia a 0,5 più veloce della luce con un Millennium Falcon lanciato verso un buco nero.
“Astryx” chiude l’album con una successione di eco ingombranti, e sembra di aver quasi trovato conforto nel contemplare il vuoto attorno. Un disco techno in pure stile Token: interrogativo e appunto paranoico, come piace a noi.
Tracklist
A1 / 1 Spacialize
A2 / 2 Orbitron
B1 / 3 Increment
B2 / 4 Blind Eye
C1 / 5 Nep-tune
C2 / 6 Alone In Time
D / 7 The Maze
E1 / 8 Remote
E2 / 9 Mo_del
F1 / 10 R-Mash
F2 / 11 Astryx