Ø, Konstellaatio
Mika Vainio riporta in vita la vecchia sigla Ø, utilizzata secondo varie declinazioni sin dagli anni Novanta. Le sue ultime prove soliste (e la collaborazione con O’Malley, ma anche quella con Nordwall) possedevano una componente – più o meno pronunciata – violenta, lacerante, diversa da quella dei Pan Sonic, ma presente. Qui non c’è. Poco male, si direbbe, almeno a leggere la presentazione di questo disco scritta dalla bravissima Daniela Cascella, che ha lavorato per Blow Up e ora co-gestisce Noch Publishing, che è semplicemente pazzesca, qualcosa che sta quasi in piedi da solo e lascia appunto pensare a un capolavoro. Si parla di microcosmo (la memoria, rappresentata dalla foto del fratello di Mika da piccolo) e macrocosmo (la galassia/costellazione sul retrocopertina), di identità e di assenza d’identità, del significato possibile delle parole finlandesi e dell’irriducibilità di questi suoni ad altro. Di certo Vainio qui crea uno scenario spaziale, giocando molto bene di sottrazione e – paradossalmente, ma non per lui – creando il vuoto col suono. Anche i battiti, quando sono presenti, sono calmi e possiedono un certo calore, il che dà – altrettanto paradossalmente – una dimensione intima (l’universo interiore) a un disco che nel titolo possiede una dimensione tutto fuorché intima (l’universo esteriore). Forse perché in me sopravvive una parte molto infantile e perché spesso ascoltare musica estrema è, sempre per me, il classico “esorcismo”, quando sento un album di Mika voglio vederlo uscire all’improvviso a tagliare qualche gola, magari anche una sola volta. Un’istituzione, ma…
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