NUDIST, Incomplete
Incomplete è il titolo del nuovo capitolo a firma Nudist, formazione di Firenze che abbiamo seguito sin dall’esordio e di cui abbiamo visto mutare, disco dopo disco, lo stile, giunto oggi ad assumere una forma che non sembra rispecchiare affatto il nome scelto per il disco. Se, infatti, c’è qualcosa di cui non si può davvero accusare il trio è di mancanza di visione d’insieme su quello che è il suo universo in note, mai tanto ricco e al contempo coeso nella sua miscela di generi differenti – tra i quali vale la pena citare per il peso specifico ricoperto doom, sludge e noise – ma sempre asserviti a una costante voglia di contaminazione nell’aprirsi a nuove vie di fuga (ad esempio con l’interessante inserimento di synth).
Nonostante questa instabilità di fondo, che fa apparire la proposta dei Nudist come sempre pronta ad esplodere al minimo scossone che ne alteri gli equilibri interni, la sensazione finale è proprio quella di una scrittura ormai riconoscibile e, mai come oggi, sicura nel dar vita a un album ricco in quanto a fuoco, con continui cambi di umore, ma mai frammentario o privo di una direzione ben precisa.
Del resto, scelta vincente è stata quella di farsi seguire dal proprio fonico di fiducia Niccolò Gallio per lasciare in seguito che Eraldo Bernocchi si occupasse di mix e master. La presentazione di Bernocchi è inutile se siete lettori affezionati, in caso contrario basterà utilizzare il motore di ricerca per vedere in quante e quali occasioni si è trovato ad essere protagonista delle nostre pagine. Incomplete è un viaggio tra radici e sperimentazione, estremismo e cura nella scrittura, suoni mai scelti a caso e utilizzati per comunicare sensazioni palpabili. In altre parole, la perfetta summa tra quanto esplorato e ricercato nei precedenti lavori, a partire dal saper mantenere quella consistenza tattile che dona alle composizioni densità e profondità. A offrire il proprio contributo vengono chiamati in causa due ospiti dalla personalità altrettanto marcata come Xabier Iriondo alla chitarra e la cantautrice Ryf, entrambi impegnati ad aggiungere il proprio tratto su “Roped And Tied” e “River Part2”. Il disco sembra costruito per confluire nell’ultimo brano, che dà il titolo al tutto e supera i dieci minuti, un vero e proprio manifesto del Nudist-pensiero e la rappresentazione delle differenti anime della band: un continuo mettere alla prova i propri limiti, pur restando legati a una coerenza di fondo, per ricercare un punto di unione tra le varie componenti che non neghi ma, anzi, risalti i tratti specifici di ciascuna alla luce delle altre. Ecco, a dirla in breve, Incomplete appare fedele al titolo proprio nel suo celebrare l’incompletezza del singolo come un valore e non, dunque, come una cosa da reprimere. Un omaggio, in un certo senso, alla capacità delle debolezze di unirsi per dare vita a una forza maggiore, spinte da un impulso aggregativo e non di sopraffazione. O almeno così ci piace leggerlo.