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NOVELLER, Arrow

NOVELLER, Arrow

Noveller è il progetto da solista di Sarah Lipstate (Cold Cave, Parts & Labor, One Umbrella), alle prese nel corso degli anni con collaborazioni assieme a Carla Bozulich, Lee Ranaldo, JG Thirlwell, Glenn Branca e Ben Frost, voluta persino da Iggy Pop nel suo ultimo Free. Anche se non se ne parla molto, almeno dalle nostre parti, Arrow – uscito a giugno per Ba Da Bing! – è già il nono album per la compositrice e chitarrista statunitense e fa seguito agli altrettanto apprezzabili Fantastic Planet del 2015 e A Pink Sunset For No One del 2017, senza contare la soundtrack per il documentario When I Last Saw Jesse pubblicata in questo stesso 2020.

Tra sei corde, pedali e drone, avanguardia e ambient, gli otto nuovi brani affiorano via via da scenari cupi in tutto il loro fascino cinematico, piccole sinfonie moderne di istinto glaciale ispirate tanto alla scuola noise dei Sonic Youth quanto al minimalismo di Steve Reich o alle sperimentazioni di Brian Eno. Andando dall’apertura sottilmente minacciosa ma più di ogni altra cosa enigmatica di “Rune” ai dreamscape rivolti al cielo notturno di “Effektology”, dagli abbondanti otto giri di orologio post-rock di “Zeaxanthin”, dove i synth si fanno quasi carpenteriani, a una “Pattern Recognition” che non teme di farsi maggiormente barocca preservando comunque sia un’austera essenzialità di fondo, sino a quella “Canyons” esplicitamente dedicata al trasferimento tra i promontori montuosi di Los Angeles, dove l’intero lavoro è stato non a caso registrato. Così le stratificazioni del paesaggio si fanno perfetta metafora di quelle sonore, per quanto, anziché volgersi a sabbia e alte temperature, la musica di Noveller – si ascolti il viaggio astrale di “Remainder”, conclusione elegante e potente di neo-gotico stampo sci-fi – continui ad ascendere.