NORTHWOODS, S/t
Il debutto dei Northwoods rappresenta anche il battesimo per la neonata label ÚA! Records, una realtà che si pone come obbiettivo il riunire musica e fumetto, suoni e illustrazioni, senza che questi siano per forza legati per soggetto o finalità ma realizzino più semplicemente una sorta di split audio-visivo tra band e disegnatore. Così, al disco dei Northwoods è allegato il fumetto “Il Trono Dell’Universo” di Claudio Elias Scialabba, su soggetto di Emanuele Pelilli (inutile aggiungere che di questa parte del progetto non vi riveleremo altro per non guastare il gusto della lettura e la sorpresa). Della musica dei Northwoods, al contrario, parleremo cominciando dai suoni affidati a due figure passate spesso sulle nostre pagine come Dano Battocchio e Marco “Cinghio” Mastrobuono, qui al servizio della band per donare la maggiore capacità distruttiva alle tre composizioni, lame affilate che feriscono al ritmo incostante del noise e del postcore più refrattario e iconoclasta, a tratti persino affine alle traiettorie imprevedibili di certo math-core. Non mancano esplosioni di rabbia e improvvise aperture per prendere fiato e sentirsi momentaneamente al sicuro, aggiungendo instabilità di fondo a un composto davvero difficile da incasellare secondo le usuali etichette di comodo. Perché i Northwoods alla fine risultano una scheggia impazzita e fuori controllo derivata dall’esplosione dell’hardcore anni Novanta e atterrata senza preavviso nel nuovo millennio, un calderone al cui interno bruciano pulsioni distanti e si dibattono anime differenti, accartocciate su se stesse a formare un dedalo intricato in cui è tanto difficile uscire quanto ri-orientarsi. Visti di recente dal vivo, i Northwoods si confermano una delle sorprese di questa metà 2016 e ribadiscono la loro voglia di andare oltre l’ordinario con questo atipico split tra vinile e carta.