NORTHUMBRIA, Helluland
I due canadesi Northumbria sono un caso particolare all’interno del catalogo Cryo Chamber, perché disegnano paesaggi sonori con le chitarre, oltre che coi synth direi, una cosa che negli ultimi anni ha preso moltissimo piede (ma è sempre esistita, vedi Eno-Fripp) e che quest’etichetta sembrava non considerare troppo, continuando a proporre artisti che si affidavano alla sola elettronica o proprio al laptop per produrre dischi dark ambient con evidenti “ambizioni cinematografiche”. Il suono è levigato (mastering di Simon Heath), ma si sentono comunque il calore e l’imperfezione dello strumento a corda, che restituisce ambientazioni non troppo distanti da quelle di Glacial Movements (Helluland è la canadese isola di Baffin, scoperta dai vichinghi ed entrata nelle loro saghe). Non si parla di isolazionismo, però: molti pezzi trasmettono un senso di stupore e meraviglia, lo stesso di queste persone che mille anni fa hanno saputo superare una soglia e si sono trovate di fronte una terra immensa e (quasi) senza esseri umani. Siamo di fronte a un lavoro realizzato senza commettere errori, ma per che per diventare indispensabile avrebbe dovuto scuotere con qualche guizzo creativo o variazione sul tema (non basta e non sorprende più una chiusura che li conduce su lidi postmetal, genere al quale di base appartengono).