NORMAN WESTBERG, 13
Norman Westberg degli Swans si cimenta con l’ambient e finisce sulla Room40 di Lawrence English, fan dichiarato del suo gruppo. Il punto di partenza è sempre la chitarra, il che significa correre il rischio di non dire assolutamente nulla di diverso e vendere solo sulla base del nome che ci si è fatti altrove. Non è una novità, infatti, che in questi anni siamo stati letteralmente invasi da dischi realizzati secondo le stesse modalità di cui si serve qui Westberg e che a cimentarsi con questo sound siano stati parecchi chitarristi in fuga dalla loro band d’origine, che generalmente faceva parte del mondo della “musica pesa”. Poi comincia “Frostbite Falls” e ogni pregiudizio cade: riflessiva, profonda, con una tristezza di fondo che ti trascina via come la corrente. L’album prosegue con “Bunny Bill”, altro brano spoglio ed essenziale, ma di nuovo in possesso di qualcosa di sacrale e malinconico, e si chiude con “Oops, Wrong Hat”, che – a dispetto del titolo– non perde una certa solennità, mentre dal punto di vista musicale presenta dei brevissimi frammenti melodici messi in loop, che potrebbero in effetti far pensare al lavoro di Reich o di Riley, anche se Westberg sembra non voler far riferimento ad alcun padre nobile. Sono sincero: il disco è così semplice e allo stesso tempo ben riuscito che dopo pochissimo i discorsi sulle influenze e sull’originalità sembrano quisquilie assolute.
Tracklist
01. Frostbite Falls
02. Bunny Bill
03. Oops, Wrong Hat