NOISE TRAIL IMMERSION, Symbology Of Shelter
Nel giro di pochi anni i torinesi Noise Trail Immersion sono riusciti a ritagliarsi un posto di riguardo nel panorama estremo underground. Merito di due album, usciti in poco meno di tre anni, che hanno letteralmente sbaragliato la concorrenza nella scena black-core. Symbology Of Shelter, oltre a rafforzare questo pensiero, può essere considerato come la loro summa artistica e musicale. In queste canzoni la maturità compositiva è esplosa in una miriade di soluzioni ritmiche che danno profondità al personalissimo quadro d’insieme del gruppo. Non basta più fare riferimenti a band di genere come i Krallice, i sempre citati Converge o gli Ӕvangelist (e le loro digressioni catacombali e quasi ambient), ma si deve, perché è atto dovuto, constatare che Symbology Of Shelter è un gioco a sé stante di espressioni laceranti in musica. Una tragicità che puzza di disagio esistenziale, come nei due episodi di “Repulsion And Escapism” o come nella tetra e claustrofobica “Acrimonious”, che riporta alla mente le dissonanze dei Deathspell Omega più letali. Un continuo incedere oscuro, quello dei Noise Trail Immersion, che porta il livello di attenzione sempre più in altri luoghi nonostante la violenza espressa. Una violenza non fine a se stessa, ma carica di sentimento. Una ferita musicale che gronda sangue nero e denso di strutture dissonanti e dissacranti.
La lunga “Empty Earth I” si apre con un abisso di chitarra che memorizza le armi vincenti di You Fail Me dei Converge e lo distribuisce su un vortice perpetuo e lancinante di parti in blast beat e cadenzati che non danno respiro. La canzone che dà il titolo al disco, dal canto suo, è il teorema dell’avanguardia applicata all’oscurità più marcia e nichilista. Quasi una sinfonia di crust black che sbatte su un muro di noise chitarristico. I Noise Trail Immersion chiudono così un disco che ha tutte le carte in regola per arrivare a far parlare di sé anche in ambiti internazionali. Se non è la loro consacrazione, poco ci manca.