NOHAYBANDA!, Nohaybanda!
Tornano i ragazzi terribili Fabio Recchia ed Emanuele Tomasi, sempre più intenzionati a mischiare le carte in tavola e sovvertire l’ordine prestabilito, almeno in campo musicale, con un album che spinge ancora oltre la loro ricerca di un suono personale e quanto più distante da potenziali termini di paragone. Del resto, la spinta evolutiva è figlia anche dell’ormai stabilizzato assetto a due, per questo la parola “trio” è scomparsa dal nome: una mutazione che ha indotto Recchia ad aggiungere un synth allo strano trespolo su cui già disponeva chitarra e basso, così da suonare ben tre strumenti in contemporanea, e Tomasi ad applicare vari trigger alla sua batteria. Così il sound dei Nohaybanda! è diventato uno stano ibrido pulsante tra elettronica, jazz, math-rock, post-core, un’entità capace di spaziare tra bordate dalle ritmiche ossessive e improvvise aperture ipnotiche, quasi psichedeliche nel loro effetto straniante se non proprio lisergico. L’effetto finale è un’apparente contraddizione in termini: se infatti per alcuni versi il lavoro dei due musicisti risulta più claustrofobico che in passato, dall’altro appare anche più accattivante e contagioso, tanto da attirare l’ascoltatore all’interno di un vortice da cui lasciarsi avvolgere e in cui perdersi. Questa contrapposizione di elementi è anche alla base della scelta di registrare in studio ma con modalità live, per ottenere un prodotto riproducibile anche sul palco e per questo ancor più vicino alla vita reale nonostante l’implementato utilizzo di effetti e synth. In breve, Nohaybanda! rispecchia in tutto e per tutto i suoi autori e si pone, anche nella sua omonimia, come il manifesto di una realtà ormai autosufficiente e distante da qualche schema predefinito, ribadisce le potenzialità di questa intuizione e costringe a guardare al di fuori della propria stanza, sia che si provenga da un background più tradizionalmente estremo (metal, hardcore o quant’altro), sia che si apprezzi maggiormente la scena elettronica. Noi continuiamo a seguirli con interesse e curiosità, ma anche con la simpatia che si rivolge a chi decide di assecondare una sua idea, incurante di tutto il resto. Caldamente consigliati dal vivo, se vi capitano a tiro non lasciateveli sfuggire.