Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

NEGURĂ BUNGET, ZI

negura1

Seconda parte della trilogia transilvana dei Negură Bunget, un viaggio nel Paese della band, che dopo averne trattato in TĂU la natura e i luoghi si concentra oggi sulle persone e le loro tradizioni, in particolare focalizzando l’attenzione sul legame che le unisce alla terra e ai fenomeni naturali (dalla morte al raccolto, a coprire tutto quello che è il ciclo della vita). Per dar voce a questi aspetti, la musica dei Negură si sposta ancor più sul versante folcloristico, strumentazione compresa, senza per questo trascurare la propria peculiare matrice black, che qui trova una connessione ancor più forte con questi elementi e va a sublimarsi nell’aura atmosferica che permea le composizioni, in un continuo alternarsi di estremismo metal (con le accelerazioni furiose e i maestosi crescendo), spezzoni ambient dal forte taglio cinematografico (non a caso i video sono da sempre parte fondante dell’immaginario della band) e partiture tradizionali che guardano dritte negli occhi i colori e i sapori di una terra mai così centrale nell’opera ormai ventennale della formazione.

L’oltranzismo degli esordi è lontano, così come le aperture alla psichedelia di OM. Oggi la band dimostra di avere una visione chiara e prosegue decisa per quello che è un percorso altrettanto affascinante e ricco di soddisfazioni, un’evoluzione che si sposa con gli argomenti che affronta e ne accenta puntuale i vari aspetti, il che spiega la maggiore importanza della tradizione musicale transilvana all’interno di ZI e il suo prendere peso all’interno della formula ormai rodata con gli ultimi lavori in studio. Sbaglierebbe, comunque, chi pensasse di trovarsi di fronte ad un’opera folk-metal, perché il contenuto di ZI è quanto di più complesso e lontano dagli stereotipi sia possibile incontrare oggi nel panorama di riferimento, come esemplificato in maniera perfetta dalla superba “Brazda Da Foc”, in cui tutte le differenti anime del disco vanno a incastrarsi e sovrapporsi in modo ottimale.

Difficile comprendere come si possano ancora chiudere gli occhi di fronte alla crescita di un nome che ha segnato in modo così decisivo l’intera scena black e che, ancora oggi a venti anni dalla sua nascita, sembra ben lontano dall’aver concluso il proprio percorso evolutivo.