NAZARIN, La Mattanza Dei Diavoli
Impegnato anche in atti di civile brigantaggio tra teatri occupati e live infuocati, Salvo Ladduca (Marlowe) ha perfezionato l’esordio dei Nazarin. La Mattanza Dei Diavoli riassume un po’ tutte le anime del suo stile. Stringendo, si tratta di blues dai risvolti folk, di quel folk febbrile e terrigeno che appartiene al reverendo Woven Hand o al sodale Cesare Basile. L’impostazione vocale – tra parlato e cantato sofferto – rimanda anche a Ferretti, e tutto ciò nuoce quanto a prime impressioni. Il tempo di allacciare il cuore allo stomaco, però, e le nubi si addensano, i sussulti rapiscono e il disco dischiude il suo valore. L’intreccio chitarristico è sempre d’atmosfera, così come sul palco a farla da padrone è un senso di viscerale appartenenza alle sofferenze umane, che pervade, cattura e rende gli ascoltatori dei belligeranti rivoluzionari al soldo dell’umanità tutta.
Tracklist
01. Veglia Sui Nostri Figli
02. Radice Mangia Radice
03. Un Intero Giorno
04. Sugli Aghi
05. Tre Lune
06. Partinico
07. Per Quello Che Ho Fatto
08. Una Preghiera Semplice
09. La Mattanza Dei Diavoli