Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

NAPOLI VIOLENTA, Neapolitan Power Violence

La storia vuole che dietro al nome Napoli Violenta si celino volti noti della scena metal punk partenopea impegnati a cimentarsi con un mix a base di grindcore e citazioni musical-cinematografiche sparse nei riff e nei testi declamati in slang anglonapoletano (o napulenglish). L’immaginario di riferimento è quello del cinema di genere poliziottesco, anche se non mancano digressioni in altri classici più o meno immortali, mentre per la musica si prendono le mosse da maestri del genere quali Napalm Death, Repulsion, E.N.T., Brutal Truth e Terrorizer per aggiungere di volta in volta omaggi più o meno evidenti a Slayer, Cannibal Corpse, Entombed, Brujeria e persino Judas Priest e Clash, solo per citarne alcuni. Il risultato è un luna park al cui interno ogni brano finisce per rappresentare un’attrazione a sé stante, con l’ascoltatore ospite di un parco tematico in cui lasciarsi andare senza starci troppo a pensare oppure ingaggiare un trivial pursuit indovinando i campioni cinematografici e i tributi musicali che si nascondono ad ogni curva. Il tutto brucia veloce e va giù come si trattasse di una serie di shottini messi in fila sul bancone del bar, alla fine si esce un po’ barcollanti ma alleggeriti e con la mente sgombra dalle preoccupazioni quotidiane. La bravura della band sta nel rendere il tutto godibile grazie ad una scrittura che racchiude tutte le varie componenti all’interno di pezzi brevi e veloci ma anche ben rifiniti e privi di giri a vuoto o stacchi netti, il che non deve essere stato semplicissimo, vista la gran quantità di ingredienti che sono finiti nel mostro tritatutto chiamato Neapolitan Power Violence. Poco altro da aggiungere, perché in fondo questo è quanto, nessuna elucubrazione o finalità ulteriore che non sia quella di divertire divertendosi con ciò che si ama: del sano grindcore poliziottesco, appunto.