MYLIAC, Bolsena O.S.T.
Non sono mai stato sul lago di Bolsena, che è il più grande d’Europa di origine vulcanica (ho consultato Wikipedia): dicono sia bello e anche quest’autoproduzione dei MyLIAC, trio viterbese chitarra batteria e synth, me lo conferma. Otto pezzi (un primo mini a nome My Life In A Container era uscito lo scorso anno) nati per accompagnare il documentario “Bolsena, Un Paesaggio Svelato” di Francesco Galli, che lavorano probabilmente sul concetto di evocazione (non ho visto il doc, quindi provo a interpretare) grazie a chitarre trattate con discreta abilità e come volutamente sospese nel vuoto, si pensi alle rifrazioni di “Limine” o a un Paolo Spaccamonti più etereo e liquido in “Paesaggi Sommersi”. Il tutto mi ha ricordato altresì certe uscite di casa Kranky, ma in botta più esoterica, penso a quelle voci salmodianti che si rincorrono in “Acquario 1”. Si tratta forse di un disco che andrebbe apprezzato unitamente alle immagini (la lunga “Immersione” è ostica e possente), perciò a colui che si avvicina vengono chiesti sia particolare concentrazione, sia estatico abbandono, quindi è logico che gli ascolti si debbano centellinare. Bolsena O.S.T. saprà comunque saziare chi vi si imbatte con lo spirito giusto, la chiosa di “Paesaggi Emersi” fa pensare a lande quasi alla Hauschildt per dire. Attenzione però che se non siete di quel particolare mood potreste pure annoiarvi. Per me comunque è ok.