MY DEAR KILLER VS BOB CORN, Canzoni In Silenzio
Cosa hanno in comune My Dear Killer e Bob Corn? Troppo facile: la malinconia, quel sentimento che li accompagna da sempre e che caratterizza i loro lavori. Non sembri poi presuntuoso quanto affermano nella pagina Bandcamp, cioè il fatto che sono dei pionieri di certo diy e di certo cantautorato intimista, da cameretta. Anzi: da pavimento proprio. Ora, al netto di facili battute, questo Canzoni In Silenzio nulla aggiunge alle loro rispettive carriere, solo testimonia quanto i due siano capaci di risultare veri, nudi quasi, davanti a quei pochi fortunati che li apprezzano (e tanto intimo è il tutto che pare di sentire le macchine fotografiche in azione). Ho avuto il piacere parlare qualche volta con Stefano/MDK e di aver visto anni fa Bob Corn di supporto ai grandi Peeesseye a Bologna. Del secondo, per la verità, non serbo un gran ricordo in sede di concerto, però devo ammettere che riascoltando le sue canzoni ho avuto la netta sensazione di averlo vicino – lo immagini che ti sussurra col sorriso sulle labbra della sua vita e delle sue storie semplici – sempre con quel fare ironico e gentile. Se conoscete quindi i loro album non devo dirvi poi molto dei singoli pezzi. Posso solo sottolineare di quanto siano potenti e registrati con passione, seppur esprimano fragilità e persino irrequietezza (un plauso pure al notevole artwork). Certo, dovete trovarvi nel mood giusto, ma d’altronde se siete arrivati alla loro musica un po’ ombrosi dovete esserlo pure voi. Comunque sia, titoli come “Clinical Shyness”, “Nighttimes” e “Love Turns Around” e “She Floated Away” (quest’ultima in origine degli Hüsker Dü) continuano a lasciare il segno, come dei piccoli classici.