MUSCHIO + SUPERPUSHER, 14/3/2014
Ancona, Glue-Lab.
Oggi, tocca ai fabrianesi Superpusher aprire la serata con la loro formula a base di psichedelia, stoner e post-rock. Freschi autori dell’ep Nighting, i Superpusher miscelano momenti più energici e coinvolgenti ad aperture più intimiste e dilatate, nelle quali prevale una componente introspettiva, a donare un effetto doccia scozzese al tutto. Quando forzano la mano e lasciano che l’energia scaturisca senza freni dagli strumenti, colpiscono nel segno con un suono corposo e ricco di riverberi, capace di integrare al meglio l’approccio fisico e sofferto del cantante. Nei momenti in cui l’impatto si dirada e i musicisti si trovano a gestire anche i “vuoti”, la tensione tende in parte a calare e si perde un po’ di mordente, il che è un peccato ma non certo mortale, visto anche che la formazione è in giro dal 2012 e di tempo per limare gli angoli e consolidare il proprio sound ne ha in abbondanza. In definitiva, un buon biglietto da visita e un’apertura interessante per il venerdì che vede sbarcare al Glue-Lab i Muschio, autori di quell’Antenauts su cui ci siamo già soffermati e che ci ha non poco incuriositi. Dal vivo, i tre non deludono e rendono onore alle aspettative, si tuffano nelle loro cavalcate strumentali tra psichedelia, postcore e riverberi noise, con un occhio sempre ben attento a non lasciare mai da parte la forma canzone, un dettaglio che si palesa in tutta la sua importanza quando ci si accorge di riconoscere i passaggi e di accogliere un determinato giro quasi si trattasse di un ritornello. Del resto, la scommessa del trio di Verbania sta proprio nel differenziare il proprio blend da quanto va per la maggiore oggi, con la classica struttura in crescendo e l’antitesi tra alti e bassi, per concentrarsi su un proprio linguaggio che non fatica a coinvolgere anche chi non li conosce o solitamente non apprezza l’assenza di vocals. Come già apprezzato in studio, il mood spacey che percorre la scrittura dei Muschio aiuta a perdersi in una sorta di passeggiata senza gravità, con la testa che ciondola a tempo e lo scorrere dei minuti che tende a dilatarsi, una sensazione che dal vivo si fa ancora più tangibile a sottolineare come i tre non abbiano difficoltà a riproporre in diretta i propri cavalli di battaglia. Come nota a latere, va sottolineato che i Superpusher sono stati suggeriti come opening act proprio dai Muschio e sono intervenuti, pur con minimo preavviso, per condividere il palco con loro: la famosa “colla” cantata dagli SSD e citata nel nome del circolo. Meglio di così…