MOURNING [A] BLKSTAR, Ancient​/​/​Future

In a world that is shaken at its core, at war with the earth and in its values, in its capital perspective and ignorant to the depth of life’s meaning we offer a suite of songs entitled “Ancient//Future”. How do you approach a flame that spits fire in all directions? A flame that careens the message on its very back? In a landscape filled with love and love lost, valor and brewing contempt of a marginalized box with tight locks. This output breaks through the ceiling and demands to be seen in full color and uninhibited nakedness.

Così RA Washington e LaToya Kent presentano Ancient//Future, nuovo lavoro del collettivo da loro fondato a Cleveland, Ohio, nel 2015 e, pur essendo abituati alla bellezza, tutta politica, della musica di M[A]B, ogni volta veniamo sorpresi da quel mix estetico che è qui rivendicato fin dal titolo, sesto della serie, edito dalla Don Giovanni Records. Coadiuvati dalla violinista Caitlin Edwards e dopo la separazione consensuale dalla vocalist Kyle Kidd, che ha avviato una carriera solista, si sono messi alla ricerca di temi originali, innervandoli con omaggi espliciti ad eroi della black music, a partire da sua maestà James Brown, vedi “Interlude: Do Over Flip”. Il brano d’apertura, “Literary Witches”, è ispirato dall’omonimo volume/raccolta di Taisia Kitaiskaia (2017), illustrato da Katy Horan, ed è subito LaToya Kent a guidare le danze per un inno militante dal forte impatto ritmico e testuale, testo che troverete a fine recensione in versione integrale, brano a cui è anche allegato un video più che esplicito sulla qualità dell’incazzatura del Black Lives Matter, movimento nel quale i componenti dell’ensemble sono attivamente coinvolti. Segue “Along The Red Rim, The Sun Settles” col classico riff sostenuto dalla sezione fiati condotta dalla tromba di Theresa May e dal trombone di William Washington, marchio di fabbrica ormai inconfondibile del gruppo che sfocia in un blues febbrile sottolineato dalla sensuale voce di James Longs con sottofinale da brividi in stile New Orleans funeral-band. “Just Can’t Be” è già da anni un classico dal vivo, lo ricordiamo in scaletta nel 2022 al Teatro delle Logge di Montecosaro (MC) per la rassegna organizzata dall’associazione Mount Echo e ora per questa versione in studio se ne enfatizza il carattere di ballad romantica con Marvin Gaye nella mente e nel cuore. A seguire hip-hop di gran classe con “Her Song”, ove LaToya Kent, al suo meglio, si destreggia fra il mellotron di RA Washington, il violino di Caitlin Edwards e la tromba della May, intonando infine rabbiosa “Noi siamo i Leoni”. Il sapiente basso di Pete Sudak e la batteria di Dante Foley danno il tempo a “Santi Murder”, song in puro stile M[A]B giusto prima del breve interludio “Do Over Flip” e della chiusura con la magnifica, corale “Junee”, lasciandoci dunque la certezza che la grande musica contemporanea afro-americana, che sia Jazz- Soul-Funk-R’nB- Hip Hop, Blues-Poetry etc., potrà contare sui sette di Cleveland per tutto il tempo necessario, il testo di “Literary Witches” ne è testimonianza esemplare:

What you don’t want me
To have a living wage

Cause I’m a woman

Cause I got a womb

Spare me the room
To grow out loud

Within the shelter of my own arms
So

Lend me your ear
Black for the seeking
What you fear to hear
From my mouth

Silent jewels
Undesirable

Flailing limbs
Beating heart
Against my breasts

A vest I can’t part for bleeding out so

I live
See me live
Watch me live
See me live
Watch me live

I refuse to dig holes to lie still!