MOTHER, Dillydallying
I Mother si sono formati a Venezia nel 2017 e hanno realizzato l’ep Love Vision nel 2019. Dillydallying è il loro nuovo brano che vede la luce grazie ad una cordata di label amiche, nel peculiare formato del flexi disc cui è allegata (nella versione limited) una fanzine con foto e racconti, più un gioco di carte collegato ai testi della band.
La ‘zine, di grande formato e decisamente curata sia nell’impaginazione che nella scelta della carta e della presentazione grafica, permette di conoscere da vicino cosa si cela all’interno di un progetto che parte dalla Dischord e, nello specifico, dalla Revolution Summer, con tanto di accenno nel testo del brano ai Rites Of Spring e al libro di Mark Andersen, “Dance of Days”.
In realtà, però, la scena di Washington è solo uno dei vari elementi che vanno a confluire nel suono dei Mother, una miscela che sembra partire dagli anni Sessanta per lambire il power pop, certo alternative rock tipico dei Novanta e in generale tutte quelle realtà che hanno saputo coniugare l’urgenza espressiva del punk con linguaggi in grado di raggiungere facilmente l’ascoltatore, grazie ad un abbondante uso di soluzioni melodiche e cori orecchiabili. Sotto questo aspetto, Dillydallying riesce in pieno nel suo obbiettivo: ha dalla sua l’energia e le melodie necessarie per restare in continuo equilibrio tra sorrisi e malinconia, tra la necessità di proseguire staccandosi dal passato e una certa propensione a farsi cullare dalla tristezza. Si spezza addirittura in due parti, con una pausa nel mezzo che interrompe la corsa per riprendere fiato e gettarsi nel finale.
Nulla è lasciato al caso, tutto è asservito alla voglia di giocare con le citazioni nei suoni e nel testo (viene coinvolto persino Gino Paoli), così da trascinare all’interno di uno strambo universo che ricorda un po’ Alice Nel Paese Delle Meraviglie, un po’ una comune in cui vivano indifferentemente hippie, punk o studenti di qualche campus universitario. Detta così sembra complicato, ma in realtà scorre tutto in modo naturale e non si fatica a seguire i Mother attraverso lo specchio. Attendiamo di vedere come ci stupiranno al prossimo giro.