MORS SONAT, Comforts In Atrocity
Mors Sonat nasce dal genio congiunto di Mories e Nekrasov, indiscutibili maestri del terrore sonoro che ormai non dovrebbero aver più bisogno di presentazioni. I due si erano già incontrati nel 2010 per lo split lp Hymns Of Venomous Cosmic Malice, un disco interessante anche se non proprio memorabile, mentre questa è la prima volta che possiamo sentirli interagire a livello compositivo. Quella che ci arriva attraverso la Crucial Blast è dunque una creatura nuova di zecca, un ammasso di suoni distorti in maniera squisitamente noise che vanno a plasmare qualcosa di ruvido e nerissimo.
In quest’occasione Mories si spoglia dell’elemento orchestrale che ha marcato Gnaw Their Tongues nelle sue ultime pubblicazioni, rimanendo quindi più vicino ai territori di Aderlating, anche se certe reminiscenze tendono comunque a riemergere; Nekrasov, dal canto suo, abbandona drum machine e chitarre per dedicarsi completamente a quei synth spettrali che lo contraddistinguono da sempre. Al tutto si aggiunge poi il tocco di Aaron Martin, che qui contribuisce con il violoncello. Inutile, in ogni caso, perdere tempo a capire dove finisca il tratto di uno e inizi quello dell’altro: questa collaborazione, infatti, trova forza nel lavoro di reciproca manipolazione attuato dai due musicisti, non nel semplice incastrarsi di situazioni definitive, pronte a essere confezionate senza un vero dialogo. Comforts In Atrocity si delinea nei contorni di un’allucinazione controllata in cui convergono clangori e cigolii metallici, vortici di power electronics, tempestose dilatazioni atmosferiche e tutta una serie di effetti caustici che culminano nel delirio harsh della traccia conclusiva. Sullo sfondo, poi, si estende un gorgo abissale continuamente scosso da riverberi e spasmi improvvisi, massa informe di rumori angoscianti che ricopre e riempie il disco nella sua interezza.
Possiamo dunque considerare Mors Sonat come un primo esperimento particolarmente riuscito, dato anche il fatto che entrambe le parti coinvolte sono solitamente abituate a lavorare per conto proprio. Nulla che vada a ridefinire il genere, ovviamente, ma il risultato rimane comunque convincente e davvero gustoso. Insomma, una garanzia.