MOROSE, Sopra Il Tetto Sotto Terra
Il sole è nuovo ogni giorno
Parte funesto (tutto ciò che era bianco ora è nero) il nuovo album del gruppo ligure dei Morose, con tremolo di chitarre e cantato deciso. Pier Giorgio Storti e Davide Landini si erano fermati giusto dieci anni fa con La Vedova D’Un Uomo Vivo, un tempo infinito se paragonato a questi tempi folli durante i quali un artista è capace di pubblicare anche due/tre album in dodici mesi; va aggiunto che i Morose hanno praticamente vent’anni di onoratissima attività sul groppone, e sempre sul filo dell’undeground più fiero. La loro è una proposta sostanzialmente cantautorale, con la dovuta attenzione ai testi e alla composizione. Le atmosfere e l’esecuzione, poi, sono da manuale. In fondo non si deve pretendere di più da questa piccola realtà che somiglia a un gruppo di artigiani che hanno l’esperienza necessaria per rifare, sempre meglio, le proprie canzoni; trovare in giro altri degni colleghi non è affatto semplice. “Sbagliare È La Cosa Più Giusta Da Fare” è una maudit-song degna dei migliori Bad Seeds, con la melodia che dà aria a un brano tetro, il titolo stesso è già emblematico… ma corvi minacciosi e oscuri presagi aleggiano su tutto l’album. Fate conto di ascoltare i Black Heart Procession coinvolti in una session con Nick Cave, giusto per darvi un’idea, con l’aggiunta però di una sorta di romanticismo all’italiana, un tipo di sentimento “colpevole”, languoroso e non distante da una forma di compiaciuta perdizione. Chiude la calexichiana “È Ora (Di Andare Via)”, ed è come assistere a dei classici titoli di coda di un film in bianco e nero passato in televisione a notte fonda.
È l’alba ormai, il sole è nuovo come ogni giorno, ma per i Morose quel sole corrisponde al buio.