MØRKEBLÅ, Nowhere, OK
Come c’ha spiegato Netherworld, “mørke” è un dei modi di dire “buio” dei norvegesi. Come abbiamo capito grazie agli Æthenor, “blå” è “blu” (e un locale di Oslo). Mørkeblå è il progetto ambient/elettronico di Alberto Rosso, giunto al secondo ep con Nowhere, OK, fuori in cassetta per l’inglese Where To Now?. Indefinite distese blu scuro disegnate da indefinite distese di suoni sgranati, in origine synth, voci o altro, poco importa. Il lavoro di Alberto – qui privo di battiti – non è poi così diverso da quello di molti altri sound artist suoi contemporanei: consiste nello sciogliere nel drone il proprio materiale di partenza, in ossequio a un’estetica sognante del vago e dell’imperfetto, che si porta appresso un po’ di romanticismo e malinconia (direi attraverso metodi analogici, secondo le informazioni in mio possesso). L’operazione riesce, in alcuni casi efficacemente, ad esempio certe voci – che all’improvviso riaffiorano più intellegibili dal magma sonoro – danno proprio la sensazione di sobbalzo da sonno a veglia (e viceversa), che credo sia uno degli stati di (in)coscienza volutamente ricreati da Alberto. Alcuni suoni soffici, quasi roach-iani, la cui sorgente sembra essere un synth, andrebbero invece lasciati perdere.
Magari è sempre stato così, solo che senza internet non ce ne accorgevamo, ma oggi è dura fare meglio degli altri o essere originali persino sul terreno scelto da Mørkeblå, ormai sovraffollato da gente che usa Bandcamp e Soundcloud più come un diario che come vetrina per esporre i propri pezzi migliori. Un po’ di tocco magico, però, Alberto sembra possederlo.