Moreno Mari ci parla di Neu Radio, una radio-comunità a Bologna

Neu Radio

Diamo voce a uno dei promotori di questa iniziativa radiofonica, che vede coinvolte parecchie voci dell’etere bolognese; chi conosce una realtà storica della città come Radio Città del Capo forse saprà già che un gruppo di speaker ha voluto mettere in piedi questo progetto partendo da un format piuttosto innovativo, ma per portarlo avanti ora chiede una mano agli ascoltatori. Neu Radio è diretta espressione di chi vive Bologna, di chi la racconta, e nelle parole di Moreno Mari potrete trovare tutte le (valide) motivazioni per dare una mano a gente che ama le più disparate culture musicali, argomenti che peraltro stanno a cuore anche a noi. Buona lettura.

Neu Radio non nasce dal nulla, in realtà è un’idea – anche piuttosto diversa dal solito devo dire… – che è venuta a un gruppo di persone che già facevano radio e che hanno voglia di continuare a farlo. Illustraci il progetto editoriale.

Moreno Mari: Neu Radio è in effetti un’idea che anche noi riteniamo originale, tutta la quindicina di fondatori di questa esperienza arrivavano a vario titolo e con vissuti diversi da un’unica esperienza in FM, Radio Città del Capo. Questo significa che il gruppo di persone che ha dato vita al progetto aveva già un vissuto alle spalle più o meno professionale, che ha messo a disposizione sia in fase creativa che contenutistica. Siamo una realtà estremamente giovane, compiremo un anno il primo di aprile, e in continuo cambiamento. Questo dinamismo è una vera e propria scelta editoriale, completata da un grande radicamento sul territorio, che ci permette di creare eventi oltre che di raccontarli. Per il momento puntiamo soprattutto l’attenzione a cultura, musica e società, con trasmissioni che hanno come idea di fondo l’approfondimento degli argomenti trattati. Questo perché il nostro attuale formato, che abbiamo definito audio-magazine, ha cadenza mensile ed è perfetto per avere podcast, sia in voce che in formato playlist, che abbiano questa caratteristica.

Com’è logico, mettere su una radio ha i suoi costi: per trovare dei sostenitori avete scelto di utilizzare il portale “Produzionidalbasso”. Come funziona esattamente? State avendo dei buoni riscontri?

Il nostro modo di fare comunicazione, soprattutto attraverso il medium radiofonico, si è sempre basato sulla costruzione di una comunità. Questo ci dà la possibilità di lavorare con la consapevolezza che quello che facciamo ha un riscontro immediato e può essere la motivazione per crescere e allargare l’ascolto e le collaborazioni. Appoggiarci a Produzionidalbasso.com ci permette di farlo, coinvolgendo anche nelle scelte economiche, non solo editoriali, chi ci segue e ci dà fiducia. In questo momento il tentativo è di migliorare la nostra tecnologia per avere la possibilità di acquistare il materiale che ci permetterà di avere uno studio per andare in streaming 24 ore su 24 e che ci darà la possibilità di essere sostenibili, iniziando a ragionare, come stiamo facendo, sulle scelte economiche da compiere. 

Siete soddisfatti dei risultati radiofonici ottenuti fino ad ora? Avete in mente altri podcast?

I risultati in termini di ascolti e di qualità e quantità di podcast prodotti sono stati sinceramente oltre ogni nostra aspettativa. La cosa più entusiasmante è che stiamo aggregando tantissimi esperti in vari settori, siamo ormai più di trenta, che propongono una serie di contenuti sempre più interessanti e a mio avviso di alti livelli contenutistici e di fruibilità. La nostra crew aumenta mese dopo mese, l’unico problema sarà riuscire a gestire tutto questo fluire di produzioni, cosa che facciamo con grande coinvolgimento. 

Ci sono dei modelli di radio ai quali vi siete ispirati? Quanto è contata l’esperienza pregressa? 

Oltre che produttori, molti di noi sono anche ossessivi fruitori di radio tradizionali e web, nonché collaboratori di altre realtà (dalla Rai fino a locali esperienze web). Questo ci ha permesso di avere uno sguardo estremamente approfondito su quello che è il panorama attuale, alcune nostre trasmissioni, lo dico da coordinatore artistico del progetto, denotano anche questo tipo di attitudine. 

Come credi si debba evolvere nel tempo il progetto? Resta sempre primario il collegamento con Bologna, città nella quale tutti voi operate, o pensate in futuro di allargare in qualche maniera il vostro raggio d’azione?

Come ti dicevo, il passaggio che si dovrebbe concretizzare terminato il crowdfunding, ad inizio del 2019, sarà quello di diventare una “vera radio” in streaming 24 al giorno. Dovremmo raddoppiare le forze e proseguire nella nostra evoluzione anche dal punto di vista organizzativo ed editoriale.

Facendo questo passo non vorremmo perdere il lavoro fatto in questo periodo con i contenuti in podcast, ci piacerebbe creare un ibrido virtuoso che ci permetta anche di avere una redazione giornalistica diffusa su Bologna e non solo. Da questo punto di vista la nostra città è spesso stata fonte di ispirazione e credo che in piccola parte anche noi abbiamo contribuito ad ispirarla. Nel nostro DNA c’è però il desiderio di essere fruibili e in contatto col mondo e a questo aspiriamo.

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