MODUS, Quattro
Dietro questo nome si cela Massimo Pegoraro, producer che opera a Genova (dove l’album è stato registrato) e nel collettivo Wo-Land in combutta con Martino Marini aka Mass Prod (già nei Tru West). Quattro è il debutto vero e proprio, in 12” su vinile, dopo qualche uscita anche nei formati digitale e 10”, e si distingue per una freschezza che devo ammettere mi ha abbastanza colpito. All’interno di questo pentolone elettronico c’è spazio per un bel po’ di spunti: destrutturazioni quasi free-noise-jazz in “Drum And Pella”, reiterazioni minimal funk in “Weeps” – il titolo allude ed è ispirato a un famoso brano scritto da George Harrison – e storditi umori balearic innestati in ritmiche volutamente caotiche, si parla di “Donsky Beat”, che chiude il primo lato. Sul secondo spiccano invece gli sbuffi electro-esotici della frizzante “Gli Zufoli”, il cui riferimento è niente meno che Tchaikovsky, la forza dirompente della title-track e la saltellante “Absolutely Mallets”, dove campeggiano una marimba e le percussioni. Qualcuno ha fatto il nome dell’americano Hieroglyphic Being (che ha remixato un pezzo del precedente Adderf Arreug) e non a torto; io ci aggiungerei una voglia di portare più in avanti quella lezione contaminandola con tendenze meno minimaliste e più europee, molto di sostanza insomma. Forse mi ripeto per l’ennesima volta ma, pur non facendo la storia, qui si prova ad essere il meno scontati possibile, e si riesce nell’intento. Mica poco di questi tempi.