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MODOTTI, Migranti

Il tre è il numero perfetto.

Voci screamo con lo sferragliare della sei corde, il drumming potente accompagnato dalle note di un basso metronomico. Qui si racchiude la formula magica del trio emiliano ─ i gemelli Luca e Marco Zarattini a voce/chitarra e batteria e Marco Boccaccini a basso e voce ─ che dedica il proprio monicker alla famosa fotografa comunista di origini friulane. “Stazione Termini” è un notturno invito al viaggio come metafora di una lotta politica prima personale e poi collettiva; invece la lunga “Glossolalia” è forse il loro manifesto programmatico: testo sulle incomprensioni umane e meccanismi math-rock tanto riconoscibili quanto efficaci. “J. Curcas” è strumentale troppo fugaziano nella resa – ci sta tutto, certo – ma consigliamo ai Modotti di sciogliersi di più, visto che la melodia di “Boyle” colpisce nel segno cosi com’è inscatolata in una pietra angolare fatta di materiale della migliore composizione. Quella è la strada maestra per la quale devono proseguire. In “Marcello” fondono melodia e musiche con una spiccata vena cantautorale che ci preme sottolineare, mentre nella title-track ribadiscono forte e chiaro il concetto: musica con testi impegnati che ben si presta alla dimensione live. Ci viene facile immaginare che concludano i loro set infuocati con un pezzo del genere, visto come esprime positiva joie de vivre. Producono Giorgio Borgatti di Three In One Gentleman Suit in combutta Upupa Produzioni e la Fooltribe di quel folle di Tiziano Sgarbi, meglio conosciuto come Bob Corn.

Tracklist

01. Stazione Termini
02. Ray
03. T(e)ss
04. Glossolalia
05. J. Curcas
06. Boyle
07. Marcello
08. Migranti