Mizmor, il buio guarisce

Tra gli artisti più interessanti che ospiterà il festival Amplifest in Portogallo fra qualche settimana c’è senza ombra di dubbio Liam Neighbors, mente e corpo dietro il progetto Mizmor, da Portland. Mizmor nasce dallo scioglimento dei Sorceress, band retro hard rock in cui militavano anche Matthew Williams e Andrew Bird, tuttora amici e collaboratori di Liam. Matthew è anche titolare della sigla Hell e del progetto MSW, una roba infernale e depressiva sconsigliata ai deboli di cuore (a tutti gli altri consiglio il disco “Obliviosus”).

Mizmor è fra i tre quello che ha raccolto un pelo di più grazie soprattutto all’attenzione ricevuta dall’enorme album Yodh, pubblicato da Gilead Media nel 2016, con l’iconica copertina raffigurante un quadro di Zdzisław Beksiński. È difficile raccontare la musica del progetto ma, per fortuna, Liam non è uno di poche parole.

Ciao! Grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande! Sei attualmente impegnato in tour in Europa: come sta procedendo? Cosa hai preparato per i tuoi fan europei?

Liam Neighbors: Il nostro primo tour europeo sta andando bene finora. Sono felice di essere qui dopo tutti questi anni. Stiamo proponendo un mix di brani da Prosaic, Cairn e Yodh e abbiamo molto merchandising, inclusa la t-shirt esclusiva del tour.

A breve uscirà Alluvion, il nuovo album in collaborazione con il tuo amico e compagno di vecchia data Hell. Lui è vicino a te fin dai tuoi esordi musicali con i Sorceress, che vedevano anche la presenza di Andrew Black. Mi stupisce molto che tutti e tre abbiate intrapreso una strada lontana da quegli esordi più hard rock e tutti e tre abbiate esplorato in modo molto personale il black metal. È come se la vostra energia si sia moltiplicata per 3, e forse per molto di più.

Sono molto entusiasta di Alluvion. Anche se io e M.S.W. condividiamo band da quando avevamo 15 anni, non ci siamo mai davvero seduti a scrivere musica assieme. Abbiamo per lo più sempre imparato le canzoni l’uno dell’altro. È stato davvero speciale creare qualcosa con un vecchio, caro amico dalla storia musicale così profonda. Con Sorceress e le nostre band precedenti abbiamo approcciato la scrittura delle canzoni in modo più casuale e fantastico, mentre la musica di Hell e Mizmor è stata ispirata dalle difficoltà della vita reale. Da ragazzini la musica era puro divertimento e comunitaria, ma dopo che veri problemi e dolori entrano nella tua vita puoi incanalare tutto in una musica profondamente personale ed emotiva (che alla fine può guarirti), ed è ciò che facciamo con la nostra arte da adulti. Ecco anche perché la musica si è fatta così pesante: perché la vita lo è diventata altrettanto.

Myopia è stato il mio disco preferito del 2022. Come è nata la tua collaborazione con i Thou? Adoro questo trend in cui band più o meno affini collaborano fra loro, penso a The Body, Full Of Hell, Ragana, Emma Ruth Rundle. Dal punto di vista di uno che vive molto lontano da voi è come se si fosse sviluppata una scena metal underground in cui ci si vede magari poco ma si parla lo stesso linguaggio. Un linguaggio tra l’altro molto di nicchia.

I Thou ed io siamo amici da molto tempo. Sono stati una delle prime influenze su Mizmor, ma la nostra relazione personale è iniziata un paio d’anni dopo, quando Hell ha iniziato ad andare in tour. Volevamo creare qualcosa insieme, io ho suggerito uno split, ma loro hanno insistito (e con ragione) per una collaborazione perché è più interessante. All’inizio ci siamo scambiati idee per i pezzi via email, poi chiamate su Zoom per imparare le reciproche canzoni. Infine, ci sono state tre trasferte a New Orleans dove abbiamo scritto, provato e registrato. Ricordo quei viaggi con molto affetto. Era il periodo in cui il Covid stava iniziando a diminuire un po’ e non suonavo musica in una stanza con altre persone da secoli. Il fatto di ricominciare trovandomi a condividere un’esperienza suonando con una delle mie più grandi influenze, ascoltandoli riprodurre le canzoni che avevo scritto per noi, le onde sonore che mi travolgevano… è stato davvero esaltante e surreale. Li amo molto e sono davvero orgoglioso di ciò che abbiamo creato.

Sei molto amico di Emma Ruth Rundle, avete mai pensato di fare un disco assieme?

Emma è in realtà mia cognata (sono sposato con sua sorella). Abbiamo collaborato in diversi modi nel corso degli anni (fotografia, design, una canzone con Thou, un libro, ecc.). Giochiamo all’idea di fare un album insieme ma spesso la vita, il lavoro e altri progetti ci intralciano. Poi, quando ci vediamo, vogliamo trascorrere del tempo rilassante in famiglia dove possiamo decomprimerci dal nostro lavoro/arte, quindi è un equilibrio difficile. Ho ancora speranza che un giorno comunque ci riusciremo.

Hai un approccio musicale per me unico in cui riesci a far convivere serenamente Black Metal, Funeral Doom, Sludge in brani lunghi con uno sviluppo progressivo. Sembra che ti venga molto naturale, che è il pensiero che ho avuto mentre ascoltavo il tuo ultimo album Prosaic, in cui mi pare di essere affianco a te in camera mentre registri riff dopo riff. Quali sono i musicisti che hanno formato il tuo stile?

Grazie. È da tanto tempo che scrivo lunghi brani di musica narrativa: hai ragione, mi viene naturale. Mi oriento anche verso scelte di produzione intime, come ad esempio a volte pochissimo (o nessun) riverbero su batteria e voce, cosa che penso aiuti a farti sentire nella stanza con me. È un fattore di vulnerabilità, va vicino al nervo. Mi piace come non nasconda le emozioni. Alcune delle mie più grandi influenze sono i miei amici, onestamente. Anche se è dall’età delle medie che compongo musica da solista, registrando e suonando tutti gli strumenti e le voci, M.S.W. mi ha davvero ispirato quando ha iniziato a registrare il primo album di Hell. È stato un grande esempio di come volgere in musica personale il dolore. Amo il suo stile e approccio. Sarò per sempre ispirato da lui. Anche Andrew Black ha una grande influenza su di me. Andy ed io siamo amici dalla quarta elementare, facciamo letteralmente musica insieme da oltre 20 anni. È un musicista incredibilmente prolifico. Ha un progetto solista ambient e pubblica più album all’anno. La creatività è il suo sangue vitale. Semplicemente non può smettere di creare. Sembra che questo mantenga la sua mente acuta e sana e lo apprezzo davvero – non cova nulla di troppo radicato e profondo – lo ha già espresso fuori nella sua arte. Amo anche come scrive Emma. Si prende un congedo dalla vita, viaggia in un luogo remoto con il suo strumento e si immerge completamente nell’atto creativo. Legge libri sulla creatività, è come se avesse una relazione con l’arte e le piacesse mantenerla sana dedicandole tempo ed energie per assicurarsi che cresca e porti frutti. Sono molto fortunato ad avere vicino persone che sono artisti così straordinari.

Festival come Roadburn e Amplifest sono fondamentali per noi europei per godere degnamente di artisti di una certa area e allo stesso tempo per i musicisti per creare nuove relazioni. Se ti chiedessero di suggerire qualche nuovo artista per le prossime edizioni di questi festival chi vorresti proporre?

Hai proprio ragione – festival come questi sono estremamente importanti e influenti. Purtroppo non sono molto bravo a dare consigli attuali, ma farò del mio meglio. La mia speranza è che le band metal estreme siano ancora incluse in questi festival, dato che la definizione di “pesante” continua ad espandersi e rifrangersi. Ci sono alcune band molto impegnate a Portland in questo momento che penso meritino più attenzione. Una di queste è Glasghote. Sono un trio sludge che Hell ha portato in tour e il loro sound si è evoluto in modo molto piacevole. Andrew Black ha un nuovo progetto solista black metal chiamato Litha che è fantastico e spero ottenga presto più riconoscimento (ho anche prodotto e registrato il suo disco). Mi piace molto questa band messicana chiamata Abyssal. Fanno funeral doom e sono in giro da 15 anni. Ho avuto l’onore di produrre i loro ultimi due dischi. Sono incredibilmente pesanti e meritano molta più attenzione di quella che ricevono.

Per molti la tua musica potrebbe essere definita cupa e depressiva, mentre secondo me affrontare un tuo disco ha un valore catartico. Alla fine dell’ascolto ne esco sempre sollevato. Sia perchè ho ascoltato musica ottima, ricca di idee, con dei bei suoni e arrangiamenti particolari sia perchè mi riempie lo spirito. È così anche per te?

Che bello, grazie. Sì, Mizmor è stato creato per raggiungere una catarsi e questo rimane il suo principio centrale. Penso che sia importante che una musica così oscura cerchi di aiutare o guarire l’ascoltatore (e il creatore) in qualche modo. Ci sono depressione e ansia a sufficienza nella mia vita, non ho bisogno che l’arte di cui mi nutro le peggiori. È essenziale riconoscere la sofferenza intrinseca della vita, sentire le emozioni negative, scendere nel buio e viverle davvero, lasciandole scorrere. Ma poi devono essere elaborate, ci deve essere qualcosa di redentivo o costruttivo nell’atto creativo oscuro, altrimenti è puramente distruttivo. Vedo la mia musica come un atto di servizio. Faccio pubblicamente ciò che faccio solo perché ho imparato che è utile agli altri. Mizmor è iniziato come un diario sonoro personale che non avrei mai avuto intenzione di diffondere. Nel corso degli anni, sono stato lentamente spinto nella sfera pubblica per una crescente richiesta della mia musica. Le persone riescono ad immedesimarsi in essa, ed è una cosa potentissima. Resound. Relate. Create. È uno dei miei piccoli motti.

Sono passati più di 10 anni dall’esordio di Mizmor. Hai una discografia praticamente perfetta e un disco, Yodh, che verrà tramandato tra i classici. Ti senti soddisfatto del tuo percorso? Come vedi il progetto fra 10 anni?

È un commento molto generoso. Sì, sono soddisfatto del mio percorso. Come dicevo sopra, Mizmor non era mai stato pensato per nessuno tranne che per me, quindi vedere dove è arrivato è molto stimolante ed allo stesso tempo mi rende umile. Sono grato al mio pubblico, ai sostenitori e ai fan. È diventato il mio scopo nella vita creare e pubblicare nella speranza di aiutare in qualche modo. Non sarei qui senza quella reciprocità. Tra altri 10 anni posso solo sperare di essere ancora qui a fare musica e arte, pubblicare dischi e andare in tour. Spero che diventi solo più forte, perché è l’unica cosa in cui sono bravo, l’unica cosa che posso offrire alla società. È anche incredibilmente terapeutico per me. Da che ho memoria, ho usato la musica per elaborare le mie esperienze, i miei pensieri e le mie emozioni. Non penso che smetterò mai di farlo. Ogni anno che riesco a continuare a sostenere da solo la mia arte è una benedizione.