MIR8, Perihelion
MIR8 è un progetto messo in piedi da gente a dir poco navigata: Andrea Belfi, come sempre chino su batteria e percussioni; Hilary Jeffery, al trombone; Werner Dafeldecker, diviso tra basso e generatore di funzioni; Tim Wright, computer ed elettronica. È singolare l’intesa percepibile nel corso delle quattro, lunghe trame strumentali che vanno a comporre il loro primo album, Perihelion, uscito in vinile e in digitale per Shhpuma, sottoetichetta della portoghese Clean Feed. A conti fatti, il loro è un incontro a metà strada tra elettroacustica, improvvisazione e (occhio alle virgolette) “post-rock” decisamente non canonico, talmente alieno e indecifrabile che, se vivessimo in futuro lontano ma neanche troppo, parrebbe davvero realizzato tra le orbite di corpi celesti. Del resto, il titolo del disco la dice lunga e i brani stuzzicano l’immaginazione senza avere nulla di terreno.
C’è una pressocché totale assenza di gravità, in queste musiche. Suoni astrali, semplici forme d’onda, drone percepiti sottopelle, archi sintetici, sibili elettronici d’inquietante tranquillità. Poi, in lontananza come un’eco, possiamo udire il trombone quasi fosse una premonizione, con Belfi attento a delimitare l’area con tocco delicato, più rilassato di un Tony Buck in preda alla sonnolenza. Il trombone di Jeffery diviene spesso la componente drammatica, nel senso puro del termine: si ascolti “Scabrough Sky”, la seconda traccia, nella quale azzarda una volata solista di poche e lunghe note, a tratti cariche di epifanica beatitudine. In “De Orbit”, ad aprire il secondo lato e ancora una volta a dimostrazione delle qualità cinematiche del disco, siamo a due passi dal pianeta Solaris, e con grande angoscia ci pare di scorgere il suo “oceano pensante” ribollire ed agitarsi. Qui il drumming di Belfi acquisice una forma più facilmente inquadrabile, aprendo una breccia tramite cui scivolare nella conclusiva “Event Horizon”, un’ulteriore traversata, questa volta a motori accesi, quindi più cattiva e rumorosa e turbolenta. Chi ha ascoltato Ore, il recente lavoro di Andrea, apprezzerà senza dubbio. Quante sensazioni e sfumature diverse, anche apparentemente inconciliabili, in questo disco…
Tracklist
01. Longharms
02. Scarborough Sky
03. De Orbit
04. Event Horizon