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MINGLE, Masks

Masks

“mingle”: to mix or combine, or be mixed or combined.

La traccia iniziale non poteva che intitolarsi “Three Tired Trees”: le note di pianoforte, algide, lontane, sopra uno “scoppiettio” che ha il calore della puntina del giradischi sul vinile, sono una specie di foschia da cui si svela lentamente un paesaggio autunnale che dominerà per tre quarti dell’album. Tre quarti, sì, perché già dalla seconda traccia, “Cubical”, il ritmo si fa più serrato, con quel crescendo di sottofondo (a tratti interrotto dai ribattuti, ancora una volta, del principe degli strumenti) e con quel ticchettio quaternario, con una “sbavatura”, una voluta imprecisione, sempre nello stesso punto. Un ticchettio ossessivo (una sveglia?) che ritroviamo in “Monday Morning”, quasi a formare un trait d’union tra i vari pezzi del disco. Eppure, in un clima generale pensoso e melanconico, irrompe per un attimo un repentino moto di gioia (apparente?):  ecco “Nur”, costruita su un loop e giocata su alternanza dinamica tra volumi. Pure qui torna il pianoforte con un intervento sempre meditabondo, a sancire che si tratta di un sentimento momentaneo, a dirci che ogni felicità è passeggera, e la canzone si spegne languidamente. Concetto ribadito in chusura da “B_W”, costruito su una martellante sequenza di synth che ci dà pace solo quando alla fine, un po’ alla volta, sfuma su un ostinato pianistico.

Questo è Masks, album alla cui post-produzione ha partecipato, guarda caso, Eraldo Bernocchi (Sigillum S), che ha lavorato con Thomas Fehlmann e Harold Budd. E questo è Mingle, pseudonimo sotto cui si cela il mantovano Andrea Gastaldo, tastierista del gruppo funk-jazz-fusion DeCurtis. La sua è una poetica che attinge, da una parte, all’ambient minimale in stile Brian Eno di “By This River”, dall’altra, a loop e mood di alcuni ex-pionieri (ormai classici) dell’elettronica. Certo, si può obiettare (ed è stato fatto) una campionatura un po’ datata, in parte debitrice del Tom Middleton di Global Communications. A ogni modo ciò non infiacchisce il long-playing, solidissimo e raffinato: una musica, sempre discreta, mai troppo invadente, garbata nella sua calibratura e nella sua coloritura.

Tracklist 

01. Three Tired Trees
02. Cubical
03. Sun (Part 1)
04. Sept Song
05. X_S
06. Sun (3 Part)
07. Monday Morning
08. There’s Only Ten Left
09. Time Is Passing Over
10. Nur
11. B_W