MIKA VAINIO, Kilo
Dopo Magnetite, del 2012, tocca a Kilo: Mika Vainio questa volta torna con più insistenza a battiti e pulsazioni, senza però assomigliare eccessivamente a se stesso nei Pan Sonic. Qui ci sono tutti quegli ingredienti che gli permettono di essere così popolare tra i fan del genere: suoni scabri (analogici, mi raccomando), battiti secchi, buio pesto senza mai scadere nell’autoparodia, basse frequenze ingestibili. Probabilmente, tra le sorgenti sonore utilizzate, c’è ancora la chitarra, che è uno strumento che Vainio, a partire da Life (… It Eats You Up) (Editions Mego, 2011) ha cominciato a esplorare, anche se in precedenza più in chiave ambientale (una cosa che qui sembra mancare, in effetti, è l’equilibrio tra silenzi e rumore). La particolarità di Kilo, del resto, sta nell’essere un riassunto delle cose Mika sapeva e sa fare, per questo sia i vecchi fan sia chi lo ha seguito durante l’ultimo tratto di strada si divertirà parecchio, fino alla fine, quando arriva un maremoto radioattivo che si mangia tutto e tutti.
Tracklist
01. Cargo
02. Cranes
03. Load
04. Docks
05. Sub-atlantic
06. Rust
07. Wreck
08. Scale
09. Freight
10. Weight