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MIDWIFE & VYVA MELINKOLYA, Orbweaving

Metti una sera in New Mexico e la soffocante calura dell’estate nel deserto del Chihuahuan che si insinua tra le crepe dei muri. Metti una sessione di registrazione tra due amiche, che finalmente si ritrovano per connettere le loro vite e le loro passioni. Dal polveroso Sud è nato Orbweaving, la commistione del talento di Madeline Johnston (Midwife) e Angel Diaz (Vyva Melinkolya), che – dopo essersi conosciute nel 2020 – hanno finalmente dato alla luce la loro prima opera condivisa.

Questo lp attinge a piene mani dai bagagli artistici delle due, ma con un leggero sbilanciamento verso gli stilemi della Johnston, che pone il suo auto-proclamato “heaven metal” alla base di questo progetto, puntuale definizione di quello slowcore spiritico che ci ha fatto tanto apprezzare nell’ultimo Luminol del 2021. Andando al fulcro di questa uscita, ci si trova davanti a una lenta quanto inesorabile fluttuazione trascendente, cinque pezzi che vibrano al ritmo della notte desolata. Il duo tesse una tela estremamente fine di synth vaporosi e chitarre sommerse in riverberi e delay che ricoprono le note come una lieve foschia mattutina. Così facendo cercare le voci tra le fronde di “NMP” diventa quasi una caccia al tesoro, che ci ricompensa con un dream pop etereo estremamente soddisfacente. Le chitarre di “Hounds Of Heaven” replicano la ricetta con un tocco più shoegaze, e minuto dopo minuto si percepisce una forte complicità artistica che fa scivolare i cinque pezzi con estrema naturalezza. La chiusura è in grande stile, con gli statuari dodici minuti dell’omonima “Orbweaving” che esplodono in synth roboanti e monolitici, climax digitale dalla potenza a tratti insostenibile. E così l’aria nel deserto si solleva, raggruppandosi in mulinelli fluttuanti che disegnano arabeschi di polvere nella fredda notte del New Mexico. In lontananza, due amiche si abbracciano.