MICK TURNER, Don’t Tell The Driver
Sogni, violenti acquazzoni, l’arcobaleno che ne segue e che si conficca in territori di laminati a color pastello, mentre un vento gentile sparge pulviscoli dorati in ogni dove. Don’t Tell The Driver è un disco d’immagini, fragranze, umori, sensazioni. Corde, voci, giri di basso e battiti che si sostengono l’un l’altro, a volte sconnessi, altre coesi. Il centro di gravità sfugge costantemente, nonostante non si avverta il minimo senso di incompiutezza. Migliore degli ultimi dischi con i Dirty Three, il nuovo lavoro di Mick è sfavillante e impressiona per le innumerevoli idee d’arrangiamento e di composizione che sfodera con una tale semplicità che non ci si annoia mai. Accompagnato anche da basso e batteria, Mick mostra un genio sonoro di validità eccelsa, annullando qualsiasi dubbio ci si sia posti prima dell’ascolto. Non ha senso parlare di post-rock, così come citare il folk. Le particelle che fuoriescono dalle sei corde inglobano tanto: cercare una sorta di riassunto è come cercare di razionalizzare le favole. Impressionante, ma ditelo lo stesso a chi guida.
Tracklist
01. All Gone
02. Sometimes
03. Long Way Home
04. Don’t Tell the Driver
05. Gone Dreaming
06. Here’s a Way
07. The Navigator
08. Over Waves
09. The Birdcatcher
10. We’re Not Going Home
11. The Last Song