METEOR + DELTA BEAT, 16/5/2014

Meteor

Ancona, Glue-Lab.

Avevamo già avuto modo di vedere i Delta Beat, sempre al Glue-Lab, proprio in occasione della loro prima uscita live. La possibilità di portare avanti un concerto in solitaria, quindi senza problemi di tempo, aveva permesso a tutti di osservare il trio alle prese con una formula oltremodo ricca ed eterogenea, con tanto di cambi di strumento e il sovrapporsi di linguaggi a loro modo differenti, aspetti oggi lasciati in secondo piano per il dover proporre un set più conciso e diretto. Probabile che ciò fosse dovuto anche alla necessità di calibrare le varie componenti del suono e le personalità dei singoli musicisti coinvolti, questa sera infatti li ritroviamo più coesi ed affiatati, con una maggiore intesa e un set più fluido, ma in qualche modo anche meno folle e imprevedibile. Ciò rappresenta senza dubbio un segnale positivo, in quanto dimostra come la band stia raggiungendo velocemente un proprio punto di equilibrio e un proprio linguaggio personale, ma dall’altra rischia anche di far perdere un briciolo di quella follia “à la Primus” che speriamo resti sempre nel suo dna. In realtà, poi, c’è ben poco da lamentarsi, perché l’affiatamento tra i tre e la visione che accompagna le loro interazioni permette di assaporare un menù quanto mai ricco e variegato, fatto di tecnica ma soprattutto di passione, come dimostrano gli ampi sorrisi e gli sguardi divertiti che si scambiano durante l’esibizione, ricca d’intrecci e rincorse tra i due bassi e l’incredibile batteria, allo stesso tempo potente e versatile, sempre pronta a cambiare marcia e reinventare le coordinate ritmiche dei brani. A questo punto, non possiamo che attendere per vedere dove si dirigerà in futuro l’interessante proposta di questi tre giocolieri del ritmo.

Meteor

I Meteor dal canto loro hanno ormai affinato uno stile immediatamente riconoscibile, con l’interazione tra estremismo e groove, voglia (e capacità) di far male e di non perdere mai la fruibilità – seppur sui generis – delle composizioni. In breve, potremmo riassumere il loro set come perfetto esempio di genio e sregolatezza, estremismo e gusto nel saper inserire al momento giusto sprazzi di melodia in grado di governare il caos apparente e riportarlo nell’alveo della forma canzone. A differenza di progetti che lasciano prevalere rigide regole matematiche e incastri tanto perfetti quando a volte freddi, i Meteor non perdono mai di vista la voglia di divertire/divertirsi e di attrarre l’ascoltatore all’interno di un parco giochi tanto folle quanto ricco di sfumature differenti. Sembra quasi di entrare in un quadro surrealista di Dalì, in cui forme liquefatte e proporzioni sfalsate finiscono per apparire del tutto naturali. L’approccio iconoclasta ma mai serioso, sempre volto all’(auto)ironia e al coinvolgere il pubblico, con tanto di pausa per il brindisi su base musicale ad hoc, per non parlare del finale con la torta offerta al pubblico e generose chiacchiere post-concerto, rende il live dei Meteor una sorta di happening informale e quanto mai coinvolgente, il che nulla però toglie all’incredibile tecnica del duo, che una volta dietro gli strumenti colpisce per la disinvoltura e la naturalezza con cui snocciola le proprie schegge sonore impazzite. Ciò che resta a fine concerto è la sensazione di aver intercettato il perfetto punto di incontro tra sperimentazione e fruibilità, estremismo e divertissement, tecnica e cazzeggio, il tutto servito con le tempistiche adatte e la capacità di chiudere la partita al momento giusto, non senza aver accontentato il pubblico con una determinata quanto calorosa richiesta di bis. Foto al muro di rito e tutti a casa col sorriso, ancora una volta alla faccia di chi si perde simili occasioni di arricchire il proprio bagaglio di esperienze e non approfitta del coraggio di chi segue la sua visione artistica, incurante della semplicità con cui si potrebbe riempire il locale con l’ennesima cover band del big name di turno.

Meteor