Men Seni Suyemin: sperare, credere, amare
Potrebbe trattarsi della prima artista proveniente dalla Repubblica del Kazakistan a finire sulle nostre pagine. Minona Volandova si è fatta notare qui grazie al singolo “Dark Waves”. Dal singolo siamo saltati all’album (Believe, 2024), dall’album all’intervista.
Salve Minona! Prima di tutto grazie mille per averci concesso quest’intervista. Vorrei, se possibile, iniziare dal principio. Puoi pensare a quale sia stato il tuo primo ricordo relativo alla musica? Quando hai capito crescendo che la musica sarebbe stata la tua forma espressiva? Quali sono stati i punti, gli incroci (ascolti, incontri, visioni) che te lo hanno fatto credere?
Minona Volandova (Men Seni Suyemin): Mi sembra sia stato qualcosa di predeterminato, quasi un codice nel mio DNA personale. Posso ricordare quanto importante fosse la musica già nella mia infanzia. Uno dei miei ricordi più vividi è l’attesa di ore ascoltando la radio per poi registrare su cassetta i miei brani preferiti, spesso solo una parte della canzone! Queste erano le nostre possibilità e quanto era bello riuscire a comprare delle nuove cassette quando le trovavamo…
L’unione tra musica tradizionale, elettronica e pop crea quasi dei turbini nei tuoi brani, dando una dinamica del tutto particolare al tuo disco. Come hai lavorato all’album e che idea di crossover e di incrocio c’è dietro Believe?
Il mio precedente disco era titolato Hope, speranza, mentre questo nuovo capitolo è Believe, credenza. Con l’amore sono i tre benefattori dell’umanità. Nell’album Believe volevo trasmettere il mio messaggio tramite brani che affermassero una vitalità, una positività, ma anche un certo mood filosofico e melancolico. Per quanto riguarda lo stile musicale, mi sembra che ciò avvenga inconsciamente, e anche se volessi imitare uno stile, finirei comunque con un mix di qualcosa di mio. Uno stile collettivo, diciamo.
Il tuo disco è pubblicato da una label newyorchese, la 2MR. Tra Almaty e New York ci sono più di 10mila km, praticamente un quarto della circonferenza terrestre. Che tipo di visione e di cambiamento c’è in un percorso come questo? Che tipo di importanza hanno le tradizioni nella tua situazione attuale e quanta invece una globalizzazione che appiattisce ed omogeneizza ogni playlist?
Vivo ad Almaty, in Kazakistan. È un grande onore ed una gioia immensa per me collaborare con un’etichetta straniera con esperienza e visione nella promozione degli artisti. Il fatto che abbiano questa apertura per scovare artisti da tutto il mondo è un’indubbia forma di ispirazione. Ho sempre desiderato che il mio suono potesse raggiungere tutto il pianeta, è un’idea che mi scalda l’anima.
Che tipo di educazione hai avuto? Che formazione e cultura musicale hai avuto a disposizione durante gli anni di crescita in Kazakistan?
Mi sono diplomata in un college con un indirizzo musicale, nel dipartimento di chitarra pop-jazz. In Almaty, soprattutto negli anni più recenti, si è sviluppata molto la cultura musicale, con un’apertura di festival di diverso genere e molti artisti internazionali. Questo mi fa molto felice e per quanto mi riguarda cerco di crescere insieme alla cultura cittadina.
Immagino che tramite la tua musica tu sia venuta a contatto con diversi artisti. Cosa ti piace e cosa cerchi nella musica che ascolti?
Probabilmente ci sono persone creative che non possono fare a meno di creare, semplicemente. Come già accennavo, credo sia legato al nostro DNA. La musica che creo è la più grande gioia della mia vita e, più in generale, la musica è ciò che rende la mia vita felice.
Ad un primo ascolto del disco ho avuto l’impressione di perdermi, in una sorta di trance oppure in un sogno. Quale credi sia l’utilizzo migliore di Believe?
Grazie mille per aver ascoltato il mio disco innanzitutto! In effetti molte persone mi hanno riportato lo stesso vissuto, l’essere entrati in una sorta di trance quasi dissolvendosi nella mia musica. Sogno che il mio disco possa diventare la colonna sonora di episodi della vita di ognuno di noi, che – quasi circolarmente – i miei brani possano accompagnare momenti della vita di ognuno e che queste persone possano tornare con la memoria a quelle canzoni e con quelle canzoni ai ricordi collegati ad esse.
Quali sono state le prime reazioni all’album? Sei felice di come sta andando quest’avventura e di dove ti trovi a questo punto del tuo percorso?
Grazie all’etichetta diverse persone e media sono venuti a conoscenza dell’album. Sono molto onorata del fatto che persone di paesi diversi mi scrivano per darmi i loro feedback ed il loro supporto. Credo di essere sulla giusta rotta, a volte sento di persone che non sanno cosa fare, al contrario ho sempre avuto ben chiaro come agire e credo questa sia una benedizione.
Che piani hai per il futuro? Cosa dobbiamo aspettarci da Men Seni Suyemin nel suo percorso artistico?
Non ho piani particolarmente grandiosi, vorrei solo felice con la mia musica e sogno di avere intorno persone di mentalità aperta che possano condividere la felicità dell’ascolto.
Se chiedessimo a Minona chi sia Meni ed a Meni chi sia Minona cosa credi risponderebbero?
Minona sarebbe probabilmente molto grata a Men Seni Suyemin per essere il suo progetto musicale principale. Men Seni sarebbe invece grata a Minona, perché, nonostante le sue routine quotidiane, dedica così tanta attenzione a Men Seni Suyemin.