MCCORMAN, A Page Is Turned | A Mountain Collapses | A Guy Leaves
I McCorman sono un terzetto nato negli ultimi anni dalla volontà di Stefano Calderano alla chitarra, Francesco Panconesi a sax e sporadica voce, e Nicholas Remondino a basso, batteria e sibili.
Difficile rinchiuderli in qualche stile specifico: di certo il jazz è la barca dalla quale sono scesi, ma c’è molto altro in questi solchi. Infatti, spulciando nelle loro carriere via Discogs, si può legare un paio di loro al lavoro di Vieri Cervelli Montel, Any Other, Michele Anelli e Tellkujira. Musica pluriforme, che si dilata e tutto ingloba, McCorman è notturno, come quei vecchi film di alieni dove nella notte bacelloni o fluidi mortali si impossessavano di piccole cittadine. Si sentono le ruggini e i clangori, un substrato noise che può uscire quando meno ce lo aspettiamo, fra una piega e l’altra di un viaggio nel quale la voce è una sorpresa che esce inaspettata e libera da ogni ricerca di contatto. “Respiro//”, “sfiorarsi//perdersi” sono brani nei quali la concretezza di un concetto trova forma in un’onestà libera e figurativa, dove le note non simulano comportamenti ed azioni ma ci riavvicinano alle emozioni che leghiamo ad essi. Poi sapori che dal Mediterraneo scendono in Africa nella parte centrale di un album che riesce a non risultare mai pesante nelle sue diciassette tracce. Si sentono muscoli e fili di rabbia incanalati nell’ultimo dei quattro “meccanismo”. Presenti poi nella scaletta – quasi la ricerca di uno spasimo – materiche percussioni, suoni dal vento, la notte, fiati in libertà.
Credo semplicemente McCorman abbiano fatto, con un disco, la scelta più sensata. Registrarlo in notturna, aprendo le finestre, lasciando fosse il mondo fuori a comporlo.