MASTERY, VALIS

Valis

Il primo album di Mastery arriva a distanza di due anni dalla sua ultima uscita, nuovamente spinto da un’etichetta con cui aveva collaborato qualche tempo fa, cioè The Flenser.

Unico membro di questo progetto è Steve Peacock, già attivo come cantante dei Pale Chalice, che con lo pseudonimo Ephemeral Domignostika scopriamo qua fautore di un lavoro gustosamente eccentrico e ricco di tensione. Collocabile da qualche parte tra Deathspell Omega, De Magia Veterum e Krallice, con la bizzarria dei migliori gruppi avantgarde norvegesi (al netto delle tastiere), questo disco mette in mostra fin dai primi minuti tutto il suo armamentario, delineandosi secondo i connotati di un black metal quasi nevrotico, che viene lanciato attraverso lunghe articolazioni fulminanti e corrosive. In VALIS si rispecchiano tanto la freddezza scandinava old school quanto la tossicità della materia contemporanea: Mastery è capace di sviluppare un disco nuovo, ma fedele a idee in circolo da tempo senza risultare una mera emulazione dei classici o l’ennesimo elaborato del filone “post”, e dimostra che fuori da certi schemi ci sono ancora tante possibilità di ritagliarsi un proprio spazio attraverso dinamiche non convenzionali. Il prodotto finale presenta quindi un suono alienante che tra contorsioni e flussi inaciditi di chitarra riesce a lasciare il segno per la sua imprevedibilità allucinata, distinguendosi per certo tra le uscite più particolari di questo 2015. Consigliato.