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MASSIMO TONIUTTI, Il Museo Selvatico

MASSIMO TONIUTTI, Il Museo Selvatico

Fare musica con poco o nulla, farlo bene, emozionare e sollevare questioni della massima importanza (che cosa è musica?). Questo è il senso della ricerca sonora di Massimo Toniutti: l’eterno ritorno a Cage, a concentrarsi sulle proprie cose, sul proprio piccolo rassicurante mondo, che a guardarlo bene fa spavento o meraviglia, come un minuscolo, insignificante insetto messo sotto la lente del microscopio. Volendo utilizzare nuovamente una metafora visiva, Il Museo Selvatico è una stanza buia nella quale il compositore friulano punta il suo fascio di luce, di intensità variabile, rivelando all’occhio oggetti e figure che fino a un attimo prima se ne stavano acquattate nell’ombra. È la lezione di John Cage messa ancora e magistralmente in atto: prestare ascolto al rumore, dargli attenzione per trasfigurarlo.

Oren Ambarchi e la sua Black Truffle si erano già occupati della famiglia Toniutti, pubblicando nel 2015 La Mutazione del fratello Giancarlo: ora è la volta di Massimo con un lavoro pubblicato la prima volta nel 1991 per la misteriosa etichetta Idanna. Cinque brani più due lunghe tracce – molto interessanti – assemblate per la ristampa australiana con materiale registrato nelle sessioni dell’epoca. “Canti A Forbice” è fatta di movimenti lenti, come la vita: siamo dietro a una porta chiusa a origliare, il respiro si fa affannoso, ci tiene compagnia uno sferragliare aritmico ma costante. “Zoomemorie” si porta dietro echi di armonie lontane, ritmi assenti, tracce di animali, quindi il tramestio sobrio di “Vecchi Villaggi”: barlumi di melodie si confondono con lo schiamazzo minaccioso, querulo. Si fa largo uno scalpiccio lento e il fondato sospetto che la scena si svolga fra quattro mura, se non proprio nella mente dell’autore. Dai tentativi di ritmo di “Lento & Antico” si passa allo scorrere breve e noncurante di “Ad Ogni Modo”. Nel secondo disco troviamo i due brani concepiti per l’occasione: le composta deflagrazioni di “Intonated Magnifying Mirrors”, armonici, vetro e metallo su cui si stagliano fossili sonori, e “Corde, Soprammobili e Metalli Cartaginesi”, nel quale riverberano suoni cavernosi, terrei, uniti a presenze animali e testimonianze inorganiche. Una ristampa dovuta.

Tracklist

01. Canti A Forbice
02. Zoomemorie
03. Vecchi Villaggi
04. Lento & Antico
05. “Ad Ogni Modo..”
06. Intonated Magnifying Mirrors (Materiali Matematici)
07. Corde, soprammobili e metalli cartaginesi (As Seen From My Backyard)