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MASSIMO CAROZZI, Night Shift

Night Shift è un album collaborativo per il bolognese Massimo Carozzi, lo si capisce sin dall’incipit, l’electro-rock di “Echelon” con Vittoria Burattini dei Massimo Volume che alla batteria va dritta al dunque, e infatti non poteva esserci partenza migliore, e parecchio adrenalinica tra le altre cose. Il disco poi si sviluppa in direzione sempre più improv, in “Oktogon”, e qui salta all’o(re)cchio la presenza della chitarra di Manuele Giannini degli Starfuckers, mentre “Lies, December 6 2015” è una variazione su temi cari a Ry Cooder ma come suonati da dei giapponesi matti; “Wry” è invece un esperimento dark-folk, ma come lo potrebbe pensare un patito di musica isolazionista, e “Oktogon II” si ripresenta sempre in forma di omaggio alla band di Sinistri e di Infrantumi, senza dimenticare la sinfonia quasi post-carpenteriana di “Southern Line”. Tutto torna, verrebbe da dire, ogni musicista tende spesso a rimettere in circolo le proprie idee e solo nei casi migliori riesce a  svilupparle al meglio e senza troppe sbavature. È il caso di Massimo Carozzi, passato dalla Bologna dei Novanta grazie alle frequentazioni con Massimo Volume e Starfuckers, attraverso un’importante esperienza formativa e multidisciplinare nel collettivo ZimmerFrei e coi progetti (più estemporanei) a nome El Muniria e Weight And Treble, fino ad approdare a un percorso tutto personale e peculiare, sempre ultra-alternativo e a conti fatti interessante. Night Shift è un piccolo gioiellino di musica analogico-elettronica dalla fascinazione notturna che non vi dovete perdere.