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MASSIMILIANO CERIONI, Inner Landscape

L’album in uscita il 24 novembre è l’esordio in solo di Massimiliano Cerioni (Pomezia, 1986) sound artist, inventore di strumenti, compositore romano da tempo residente a Berlino. È il compimento di un lungo percorso artistico: studi al Conservatorio “A. Casella” de L’Aquila, diploma con Michelangelo Lupone e Agostino di Scipio, Premio Abbado nel 2015, a seguire workshop con Gavin Bryars, Alvise Vidoli, Khyam Allami, la residenza all’EMS di Stoccolma; le collaborazioni con artisti ed istituzioni in diversi ambiti internazionali come Sara Brown, Julian Zyklus, Silvia Morandi, il CTM Festival, Goethe Institut, la National Academy of Dance, lo Psychedelic NYC Music Film Festival, il collettivo Participative Audio Lab – Collective Control.

Ora Inner Landscape, edito dall’etichetta francese Elli Records, rappresenta un debutto con i fiocchi per un musicista maturo e originale. Se nel curriculum di Cerioni la sperimentazione acusmatica ed elettronica più concettuale rappresenta la cifra distintiva predominante, ora avviene un cambio di passo e di modalità comunicativa. Traendo spunto dalle variazioni per pianoforte da lui composte nel 2021 per l’omonima installazione audio-visiva presentata allo Scope Bln berlinese, Inner Landscape è davvero quel che il titolo promette per una musica risolta e risoluta, un invito al viaggio alla scoperta del nostro io profondo. Quaranta minuti, nove brani che si susseguono in una sorta di variegata, amabile suite fin nei sui tratti più inquieti, accompagnandoci lungo un percorso fra i più intimi sentieri della nostra mente. I brani principali si alternano con cinque variazioni/interludi sul tema modale della title-track, un incipit di nove minuti di pura magia, e – come si intuisce . cuore pulsante dell’intero progetto. Massimiliano Cerioni è al pianoforte, basso, chitarra, elettronica, didgeridoo, mixer e visuals. Collaborano Daniel Molnar as Function Store, Eduardo Pesole as Pixie Fairy Lawn e da Amsterdam Romeo Sgroi/Miùson.

L’ultima Variazione dell’album per pianoforte-solo è dedicata a John Cage e questo la dice lunga sull’ispirazione e sulla poetica del “nostro”, ma inoltre, se non fosse sempre azzardato fare paralleli, mi sembra che anche lo spirito magnetico di David Sylvian aleggi, a tratti, fra le note circolari, i momenti espansi e le accelerazioni annunciate di questo intenso viaggio interiore.

P.S.: bell’intreccio da raccontare è che, mesi dopo averne conosciuto l’attività artistica, scopro che Massimiliano in anni scolastici è stato studente del prof di musica Stefano Panunzi… vedi tu “i casi della vita”!