MASSA SONORA CONCENTRATA, Boe
Una produzione così stramba non poteva che approdare tra le mani di Stefano Giust per la sua etichetta Setola Di Maiale. Gioele Tolu e Stefano Muscas sono le due persone che si celano dietro questo progetto, e sono sardi, un dettaglio per nulla irrilevante se consideriamo che è dal quel territorio che ultimamente giungono le idee più oscure e sperimentali (leggasi Trasponsonic). Leggendo tutta la strumentazione utilizzata (molta della quale insolita e inusuale) si potrebbe rimanere sia entusiasti, sia confusi, un po’ come perdersi dentro un labirinto conoscendo però la via d’uscita. Questa nuragica architettura è stata confezionata assemblando tutta una serie di rumori – alcuni provenienti da catene, oggettistica metallica e registrazioni ambientali, come ad esempio l’acqua che sgorga da una sorgente – dandole così un’ossatura solida, ottenendo quel che si direbbe un’esotica massa sonora concentrata: misteriosa come la teoria che lega quella terra al mito di Atlantide, rurale come le aspre colline rocciose bruciate dal sole e modellate da un vento radioattivo (“Miscela Gassosa”). Musica concreta che spesso riesce perfino ad avere una forma armonica ben delineata, descrivendo inquietanti rituali esoterici (“Albert Fish”) e scenari dark ambient dal retrogusto cinematico/noir anni Venti (“Movimenti Focali Part I”, mentre Part II, supportata da tappeti drone e infarcita da ferramenta sempre posta nel momento adatto, si sviluppa tra sinuose fluidità, fischietti e campanacci). Si fa fatica a dare una catalogazione, il disco entra ed esce con disinvoltura fra i tanti generi di non-musica, quindi restiamo in uno sperimentale sì, ma con vette che sconfinano nell’idro-avanguardia alla Tomoko Sauvage (Saiph incontra gli Assyti) e nel post-industrial più estremo di Shine On Your Crazy People. Boe non è per nulla ostico come può sembrare, tra i migliori miei ascolti italiani di questo 2015.