MARS RED SKY, Apex III (Praise For The Burning Soul)
A brevissima distanza dall’antipasto Providence (la cui “Shot In Providence” è qui riproposta come bonus track nella sola versione in cd), i Mars Red Sky danno finalmente alla luce il successore del loro fortunato secondo album Stranded In Arcadia, il lavoro che li ha fatti conoscere e ha creato un piccolo culto intorno a loro, grazie anche alle molte date live e ai molti festival a cui hanno partecipato. Li ho osservati sul palco del Field Fest la scorsa estate e in quell’occasione hanno confermato la loro fama grazie a un set ricco di suggestioni e personalità, tanto da creare una certa attesa per il disco che finalmente ci troviamo tra le mani. Conviene sottolineare subito come abbiano mantenuto le promesse, merito del solito uso particolare delle vocals e di un songwriting che fonde alla perfezione i suoi due elementi centrali, cioè la componente stoner e le forti pulsioni psichedeliche, così da creare un vero e proprio vortice sonoro che risucchia l’ascoltatore e lo tuffa in una dimensione onirica dai forti rimandi ai Settanta. La capacità di dosare le varie sfaccettature del suono, rodata grazie all’intensa attività live e a una sempre maggiore intesa tra i musicisti coinvolti, fa sì che questo nuovo capitolo suoni più potente e al contempo vario del predecessore, oltre ad ampliare il ventaglio dei propri riferimenti senza per questo perdere in coesione o impatto. Ci si smarrisce quindi nei meandri di un labirinto sonoro capace di bisbigliare furtivo e all’improvviso lasciarsi andare a bordate di riffing roccioso, con la voce cristallina che a tratti sembra voler ammaliare e blandire il malcapitato, sorta di moderna sirena che vuole trarre nella propria rete i marinai di passaggio. L’effetto finale convince e porta ancora una volta a parteggiare per la scelta dei Mars Red Sky, coraggiosi nel riuscito tentativo di unire pulsioni differenti e a tratti antitetiche, eppure perfettamente a loro agio nelle spire di questo nuovo Apex III.