MARIA MINERVA, Histrionic
Non vi nascondo che sulla giovane cantante estone, ormai in pianta stabile negli USA, ho nutrito sempre qualche dubbio. Quel poco che avevo ascoltato di suo mi aveva sempre fatto pensare a una rilettura sempliciotta di quella strana e più che effimera stagione dell’hypnagogic pop, altezza Laurel Halo e Grimes per intenderci, chiaramente quella più vicina alla propaggine dance oriented (ed in questo senso la Not Not Fun ha sempre garantito per lei). Non a caso, in questo Histrionic, intestazione emblematica e a suo modo affascinante (come la copertina), si prosegue lungo un solco già parecchio battuto, nel quale trovano posto algide reminiscenze electro degne dei primi Novanta (la traccia posta in apertura), muovendosi quasi sempre nella direzione di un pop cangiante, fieramente elettronico ed appiccicoso, con una voce decisa ma sempre un pelo fioca nel tono. A conti fatti non sembrano esserci particolari picchi creativi, per la verità, giusto la giostra di colori e di rifrazioni della stranita “Galaxy” (la stessa formula peraltro viene ancor più stravolta per “Endgame”, che rasenta il trip hop) e si giunge velocemente alla conclusione di un lavoro che purtroppo tende a farsi dimenticare in fretta, nonostante si sforzi di sembrare in linea con tempi e mode (il talkin’ blues travestito quasi da dance “balearica” di “Wolves And Lambs” e l’oscura nenia di “Deepest Darkest”). Magari al prossimo giro andrà meglio, chissà.
Tracklist
01. The Beginning
02. Spirit Of The Underground
03. Ivory Tower
04. Interlude
05. Galaxy
06. Treasures
07. Runaway
08. Endgame
09. Wolves And Lambs
10. Deepest Darkest
11. Hingede ōō