MAREK ZEBROWSKI & DAVID LYNCH, Polish Night Music
Buio. Tanto buio, come una lunga notte che non vede mai l’alba. Questo è Polish Night Music, in origine uscito nel 2007 dopo le riprese di INLAND EMPIRE e tornato alla luce a fine 2015 in doppio lp per Sacred Bones. Si tratta di collaborazione a quattro mani tra il regista più discusso e amato degli ultimi trent’anni almeno e il pianista Marek Zebrowski, il quale opera da tempo negli States e guida il Polish Music Center di Los Angeles. È infatti polacco come Wislawa Szymborska, Wladyslaw Szpilman, Andrzej Zulawski, Roman Polanski, Stanislaw Lem e Jerzy Grotowski (mi limito ai campi delle arti nel Novecento), tutta gente che ha fatto molta gavetta ed espresso incredibile talento nel proprio campo d’azione: poesia, musica classica, cinema, letteratura, teatro. Succedeva spesso nelle nazioni del cosiddetto blocco sovietico.
L’incontro tra i due risale appunto al periodo della lavorazione di INLAND EMPIRE, film-fiume del regista di Missoula e fino ad ora ultima sua vera fatica “lunga”, nonostante da tempo si legga di nuove riprese della saga di “Twin Peaks”, staremo a vedere… Intanto queste night version, oltre a essere delle suite ambientali nel senso che sembrano proprio fare da sfondo alle scene del film, hanno tutte una matrice comune: quella di accompagnare immagini, dare la sensazione di sperdimento, evocare fascino e mistero. I titoli sono eloquenti: in “A Landscape With Factory”, ad esempio, pare di ascoltare il suono filtrato di un violoncello affogato in rumori di fondo, intervallato da improvvisi e sinistri cigolii (alla lunga è una composizione estenuante) e già l’apertura di “City Back Street” era una tristissima passeggiata nell’oscurità. Il secondo disco ospita poi la traccia più badalamentiana del lotto, “Interiors”, con le consuete note sparse di piano e l’eterea base di sintetizzatore, come a reiterare senza pace un sogno (più specificamente un incubo) senza trovar pace, rimanendo dunque paradigmaticamente lynchiana. Non è un caso che il lungometraggio in questione sia un po’ la summa (e la sublimazione) di un peculiare “mondo” rappresentato in tutta la filmografia dell’autore. La chiosa è per “A Woman On A Dark Street Corner”: qui potrete immaginare Laura Dern che passeggia spaesata nel solito buio; insomma, se avete visto il film non vi devo spiegare tutto… Si chiude così un lavoro che è un complemento, non fondamentale forse, ma utile comunque alla ri-visione di quest’opera del regista americano tanto amato in Europa. L’etichetta newyorkese cura la versione in vinile proseguendo il discorso incominciato con la serie di uscite a lui dedicate (The Air Is On Fire, Bad The John Boy, l’interessante The Big Dream), non ultima la ristampa dello score del primo film di Lynch stesso, Eraserhead, per chi scrive lavoro decisamente più interessante di questo preso in esame. Polish Night Music resta una raccolta di raffinata library per incalliti collezionisti.
Tracklist
Lato A
1. Night: City Back Street
Lato B
1. Night: A Landscape With Factory
Lato C
1. Night: Interiors
Lato D
2. Night: A Woman On A Dark Street Corner