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MAMUTHONES, More Alien Than Aliens

Mamuthones

Questo lavoro dimostra ancora una volta l’innata passione di Alessio Gastaldello per il kraut-rock e la psichedelia più oscura. Ancora mi ricordo di un’esibizione di qualche anno fa: era il 2005, suonava con i Jennifer Gentle al festival abruzzese Soundlabs e rimasi colpito dal loro effettivo essere “alieni”, oltre che da una proposta che sembrava presa a forza dalle sessions di The Piper At The Gates Of Dawn dei Pink Floyd (o almeno questa è l’immagine che conservo di quella serata). Nel frattempo lui ha aggiustato la traiettoria, prendendo le mosse da un idea di musica dal forte tasso di impenetrabilità e impegnandosi per far nascere la vera creatura “nera” del sottobosco nostrano per eccellenza, quei Mamuthones che con una manciata di dischi hanno dato la stura a molte delle proposte nate in seno alla cosiddetta “italian occult psichedelia”. Un prime mover, in pratica, e una sorta di defilato cantore apocalittico del “disastro” misto a “disgregazione” che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte. Perfetto, quindi, il suo riproporre con coscienza ora (e coerenza soprattutto stilistica) l’amore viscerale per atmosfere dilatate, colme di improvvise zoomate e repentine fasi quasi ascetiche, dove il synth si impossessa di un’idea in musica tanto efficace quanto romantica, e pure “tenera” in un certo senso (chi ha il coraggio e la capacità di suonare a quel modo senza risultare un’imitazione? Pochi, credetemi…).