MAGNETICA ARS LAB – MAURIZIO BIANCHI / M.B., LoopKlängeNoise
C’è del marcio in Sardegna, tanto che – grazie ai vari Candor Chasma, MSMiroslaw, Noisedelik – sembra d’essere ripiombati in piena “grey area” anni Ottanta; poco male, comunque, soprattutto se sono release – come in questo caso – di qualità. Loopklängenoise prende ispirazione da due opere di Kandinskij, “Klänge” (suoni) e “Verses Without Words” (poesie senza parole, che diviene sottotitolo del disco), ed è il primo lavoro del nuovo progetto di Arnaldo Pontis (TH26, Brigata Stirner), chiamato Magnetica Ars Lab. Come già successo in Arkaeo Planum (2006) proprio dei TH26, Pontis si avvale della collaborazione con uno tra i più importanti pionieri dell’industrial-noise, Maurizio Bianchi, qui in compagnia di altri numerosi intervenuti (Casula, Balestrazzi, Murtas, Fausto Rossi, Belli, Locci, Olla, Boari, Altieri, Gaviano, AleX NaSi), il che la dice lunga sull’attuale buona salute della scena (del delitto) sarda.
Presupposti del genere, insomma, altra piega non possono far prendere al disco che quella industrial/sperimentale, con tutte le sfaccettature del caso: l’apripista ricorda in certi passaggi caustici il Maurizio Bianchi di Mörder Unter Uns (1982) su di un ruvido incedere ritmico (l’impronta maggiore, comunque, qui è lasciata da Arnaldo), “Deliberate Descruction” è invece più orchestrata, con tappeti elettronici dal mood assai cupo à la Armaghedon (1984). La successiva “Frastimu”, unica traccia cantata se non si considera il recitato di Faust’O in “American Blues”, è il solo momento d’aria di tutto l’album, interrotto a tratti da synth frastornanti. “Mauthausen Tube”, brano dedicato a Mauthausen Orchestra, suggella l’indissolubile rapporto spirituale tra le sonorità noise brutali passate e presenti, anche se allo “sventra-orecchie” stavolta si preferisce un più composto collage rumorista. Il susseguirsi con “Neubomio Ghiandula” mostra la bontà del combo Pontis/Belli (Brigata Stirner): dopo la recente prova per Santos Productions nella compilation Re[c]quiem non sarebbe l’ora di farsi sentire in maniera più prepotente?
Si calca la mano, invece, su aspetti sperimentali da “Havoking” fino a “Burning Noise”, quest’ultima un mix riuscito tra noise e drone da un altro pianeta. Ottime anche le altezze sonore in “Vladimir”, poi si finisce in bellezza con “Blade’s Cities” ed “EntuEstu Transmissions”, con uno Svart1 che riconferma gli intenti stilistici di Satanische Helden.
A chiudere il cerchio ci pensa Final Muzik (ex Sin Organisation) di Deison e Gianfranco Santoro, allegando un booklet che arricchisce il concept con spunti testuali e visivi: questi ultimi una serie di scatti di Fabrizio Tedde raffiguranti i complessi minerari nel bacino carbonifero del Sulcis, un viaggio fotografico attraverso un paesaggio logorato dall’impietosa macchina industriale umana.
Chapeau.
Tracklist
01. LoopKlängeNoise (The Rhine)
02. Defected Piano (Towards Evening)
03. Deliberate Destruction (Roses)
04. Frastimu (Mountain Lake)
05. Mauthausen Tube (Spectators)
06. American Blues (Old Village)
07. Neubomio Ghiandula (The Dragon)
08. Havocking (Bustling Life)
09. Darkwater (Departure)
10. Vladimir (Night)
11. Burning Point (Duel)
12. EntuEstu Transmissions (The Hunt)
13. Blade’s Cities (Eternity)