MACE, Māyā
Mace, dopo i trascorsi nei La Crème insieme a Jake The Smoker e l’esperienza Reset!, è ormai giunto al terzo album da solista, dopo l’esordio OBE del 2021 e il seguito strumentale OLTRE.
Forte del credito conquistato si è preso del tempo ritirandosi in una villa toscana insieme a cantanti, rapper, strumentisti, creando di fatto il proprio viaggio come esperienza comunitaria, guidata con fare da produttore e direttore d’orchestra. Alla fine Mace qua riesce a giocare col pop, l’hip-hop, la psichedelia e la tradizione italiana: emblematica in tal senso è l’iniziale “Viaggio Contro La Paura” con le voci vellutate di Joan Thiele e Gemitaiz, che profuma di anni Sessanta e suona come una succosa dolcezza. Poi si parte, in una girandola di singoli pop in senso lato, sui quali le voci surfano spinte da una rilassata bonaccia urban. Urban, già. Sembra ieri quando Tyler The Creator indicava un elefante nella stanza ai Grammy 2019, mentre oggi, in Italia, ormai il pop mainstream gioca con questi stilemi per un cambio generazionale nel quale i mondi di pop, dance ed hip-hop si avvicinano pericolosamente. Ed è questo l’intento di Mace, in un passaggio culturale nazionale dove il produttore hip-hop una volta poteva essere un Fritz Da Cat con album che spremevano cazzimma rap, mentre oggi Mace può permettersi altro, ad esempio viaggiare su lidi psichedelici per album strumentali come fu Oltre e unire retaggi del passato anni Sessanta con le voci più quotate del rap tra Svizzera ed Italia in una “Mentre Il Mondo Esplode” dove Marco Castello ed Ele A firmano un singolo del quale non ci libereremo facilmente. Altea di Thrucollected brilla in una “Solo Un Uomo” che acquista grandezza diventando solo ottima musica in viaggio, uscendo dalle caselle. Caselle che sembrano d’un tratto fragili quando contengono brani (pur belli come “Praise The Lord”) di straight rap, ai quali preferiamo di gran lunga i brividi di pop ad ampio respiro tra gospel e soul di “Fuoco Di Paglia”, con un Marco Mengoni che infila insieme a Frah Quintale e a Gemitaiz un gran brano. Māyā è un disco imperfetto ed entusiasta, un disco dove Mace, forse più che in OBE, a un certo punto non riesce a fermarsi e si dilunga. Certo, si potrà obiettare che pochi lo ascolteranno dall’inizio alla fine seguendo la tracklist, ma se ci viene richiesto un ascolto critico possiamo dire un paio di cose per delineare un possibile futuro. Meno budget, meno gente: non sarà necessaria la presenza di Phil Spector armato, un fattore toscano col forcone andrà benissimo. Tagliando un quarto d’ora Mace sarà costretto a prendere delle decisioni, dando una direzione precisa al viaggio, uscendone con un album pop psichedelico trasversale ed intrigante. Certo, dovremo di sicuro levare la traccia conclusiva, la pleonastica “Velo Di Māyā”; peccato, ma il processo, doloroso, servirà ad arrivare al 2026 con la giusta quadratura.
Tracklist
01. Viaggio contro la paura ࿓ (con Joan Thiele, Gemitaiz)
02. Ruggine ⚮ (con Chiello, Coez)
03. Meteore Ⳣ (con Gemitaiz, Izi, Centomilacarie)
04. Tutto fuori controllo ൵ (con Franco126, Kid Yugi, Izi)
05. Mentre il mondo esplode ༊࿔ (con Marco Castello, Ele A)
06. La guerra ✣ (con Frah Quintale, Venerus)
07. Solo un uomo ᕕ (con Altea)
08. Praise the Lord ☥ (con Guè, Noyz Narcos, Tony Boy)
09. Fuoco di paglia ঌ (con Marco Mengoni, Frah Quintale, Gemitaiz)
10. Nuovo me ᭆ (con Rkomi, Bresh, Iako)
11. Non mi riconosco ≠ (con Centomilacarie, Salmo)
12. Mai più Φ (con Fabri Fibra, Fulminacci, Vins)
13. Lumiere ᯤ (con Izi, Ernia, Tony Boy e Digital Astro)
14. Ossigeno ؏ (con Venerus)
15. Strano deserto ᨎ (con Cosmo e Rareş)
16. Il velo di Māyā ႟